martedì 22 dicembre 2015

Horatio Winslow & Leslie Quirk : Svanito nel nulla ( Into Thin Air, 1928) - traduz. Dario Pratesi, I Bassotti N.96, Polillo Editore, 2011





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[Il grande teorico Tzvetan Todorov, nel suo fondamentale saggio sulla letteratura fantastica, Introduction à la littérature fantastique, fra tutti i possibili, citava solo due autori di letteratura di genere poliziesco: John Dickson Carr, a riguardo de The Burning Court, “La corte delle streghe”; e Agatha Christie, per The Murder of Roger Ackroyd , “L’assassinio di Roger Ackroyd”. La ragione della scelta del romanzo della Christie, risiedeva per Todorov, nel senso di straniamento e sbigottimento che si produsse nei lettori, nel 1926, anno in cui per la prima volta venne pubblicato il capolavoro, quando per la prima volta misero a fuoco che in un romanzo poliziesco , anche il narratore, partecipando alla storia, potesse avervi una parte essenziale divenendo uno dei sospettati, non solo assistendovi e testimoniandola atarassicamente.
Interessante è notare come il romanzo che ci accingiamo a recensire, di Winslow & Quirk, sia uno dei primi in ordine temporale che abbia recepito l’invenzione della Christie (forse l’unica sua vera trovata) e l’abbia applicata ad un suo romanzo; tuttavia, per chi avesse già letto Agatha Christie, diciamo subito che non viene rispettata pedissequamente la trovata di Christie, ma che essa viene impercettibilmente variata: insomma, il narratore non è l’assassino, ma altro. ]

**********************FINE SPOILER***********************
Into Thin Air è a ben donde un vero capolavoro,anche se a lungo, e immeritatamente, aggiungiamo noi, dimenticato: infatti possiede dei pregi che lo rendono un romanzo assolutamente imperdibile, anche e solo per gli amanti di quel sottogenere del Whodunnit, che è The Looked Room, “La Camera Chiusa”: tutti i più grandi autori, almeno una volta nella loro carriera, si sono cimentati nell’ideazione e risoluzione di un caso di “camera chiusa” (un omicidio avvenuto in un ambiente chiuso, più propriamente una camera, o anche un ambiente anche all’aperto ma idealmente chiuso, vuoi per una distesa di sabbia o di neve assolutamente immacolata, oppure per situazioni metereologiche estreme: un incendio esterno, un tornado; o anche delle camere chiuse figurate: un tetto, una piscina), anche se vi sono poi quelli che vi si sono specializzati : Winslow & Quirk, non scrissero altri romanzi polizieschi, ma solo questo, che a ben donde è stato inserito in tutte, dico tutte, le classifiche delle migliori Camere Chiuse della storia.

La trama si fonda sul misterioso omicidio e sulla assolutamente ancora più misteriosa sparizione dell’omicida, del Dottor Klotz, una figura macchiettistica, che con le sue espressioni colorite, con le sue citazioni, e battute anche in tedesco, e la sua cultura enciclopedica, ci ha ricordato il Gideon Fell di Carr, la cui prima avventura, Hag’s Nook, “Il Cantuccio della Strega”, risale al 1933, 5 anni dopo l’uscita del romanzo Into thin Air .

Questo tale dottor Klotz, criminologo (che quindi a ben donde potrebbe esser stato assieme a Chesterton, la fonte di ispirazione per il personaggio carriano), Capo del Dipartimento di Criminologia dell’Università del Wisconsin, ha il vezzo di smascherare gli impostori, di importunare e sfottere le belle fanciulle, di ridicolizzare chiunque egli ritenga meritevole di farlo, infischiandosene dei risentimenti. Finchè anche lui, cade vittima di uno dei suoi peccati: infatti riesce a far catturare un famoso criminale, detto Lo Spettro di Salem, un ladro che dopo aver messo a segno colpi fantastici, ha costruito la sua fama più che altro sulla possibilità di volatizzarsi dal luogo del misfatto, e per questo..“Spettro”. Il ladro, dopo esser rimasto ucciso, viene sepolto; tuttavia, anche dopo la sua inumazione, i colpi sembrano non finire: infatti, scompare un prezioso cammeo in casa proprio di Klotz, e chi vi assiste giura sul fatto che a commetterlo sia stato proprio “Lo Spettro di Salem”, una figura evanescente che ad un certo punto emette un lugubre belato di capra. Klotz, decide di accertarsi se effettivamente la bara contenga il corpo del criminale, recandosi di notte sul luogo della sepoltura e aprendo la bara, in compagnia di testimoni. Così scoprirà un primo fatto assolutamene sconcertante: il fatto che sia stato infilato, su un dito del morto, il suo anello col cammeo precedentemente rubato.

Possibile che un morto sia uscito dalla tomba e si sia manifestato rubando un manufatto che poi viene trovato nella bara sigillata? Questo primo evento da camera chiusa (diremmo quasi che si sia in presenza di una doppia camera chiusa: sparizione da una stanza, e apparizione in una bara sigillata), sarà seguito dall’omicidio dello stesso Dottor Klotz e dalla sparizione del suo assassino, dissolto nell’aria, svanito, sotto l’occhio di testimoni ed in modo definito assolutamente sconcertante.

La risoluzione dell’arcano, non sarà svolta da un investigatore, ma – cosa caratteristica del romanzo – da Ernest H. Fitkin, detto “Il Gran Galeoto”, prestidigiatore, mago e illusionista non più in attività, precedentemente umiliato da Klotz. In questo, l’opera di Winslow & Quirk, rivela una conoscenza del mondo dell’illusionismo molto accentuata: potremmo dire che in quegli anni, ancora vivo fosse il ricordo delle spettacolari trovate del grande Houdini, perché qualcuno non trasfondesse il miracolistico illusionismo del palcoscenico in un miracolistico illusionismo narrativo. A parer nostro, nell’atmosfera e nella trama dominate da giochi di prestigio, illusioni ottiche, allucinazioni collettive, sedute spiritiche e manifestazioni spiritiche fasulle, il romanzo può aver avuto un’influenza su opere più tarde e più conosciute: per es. su Rim of the Pit, romanzo celebre di Hake Talbot, scritto avendo come modello principale Carr.

Infatti anche l’opera di Talbot, è incentrata su manifestazioni spiritiche, nel corso di omonime sedute, e sull’apparizione e sparizione di demoni, in situazioni che apparentemente sarebbero di ambiente più fantastico che poliziesco, se non vi fosse un delitto da Camera Chiusa avvenuto in maniera impossibile. A differenza dell’opera di Winslow & Quirk, è sicuramente più conosciuta, ma anche in ragione dell’entusiasta giudizio di Carr, amico dello stesso. Osserviamo a questo punto, che questo giudizio così entusiasta e che ha pesato non poco sulle fortune del libro, anche in tempi piuttosto recenti, a riguardo per esempio della definizione delle migliori Camere Chiuse della storia del genere, nel corso di un’assise cui parteciparono i maggiori scrittori, critici e studiosi americani del genere tra cui Robert Adey, Edward D.Hoch, Bill Pronzini, Douglas G. Greene, Jack Adian, Frederick Dannay, Julian Symmons ( e il romanzo ottenne non a caso, il secondo posto dopo The Three Coffins, “Le tre bare” di Carr), non ha tenuto conto delle pecche del romanzo che noi individuiamo innanzitutto nell’artificiosità dell’atmosfera (il fatto che ogni capitolo cominci con una locuzione riferita alla magia nera, che più che accentuare, in qualche modo sminuisce l’atmosfera: è come se volesse dimostrare qualcosa per forza, ottenendo in questo modo il risultato opposto) e nella curiosa assenza di una qualsivoglia tensione narrativa, per cui l’azione procede stancamente e con un ritmo monotono, in una trama incentrata sempre sulle medesime manifestazioni pseudo-fantastiche, e la cui sola interessante trovata, riguarda il delitto impossibile. Molto più interessante, secondo noi sarebbe l’altro romanzo di Talbot, quello sì con una grande atmosfera e una tensione palpabile, The Hangman’s Handyman.

L’opera di Talbot può aver tenuto presente quella di Winslow & Quirk, soprattutto per la maniera con cui viene trattata la parte illusionistica del romanzo, spiegando, così come fa poi Il Gran Galeoto in Into thin Air, i modi utilizzati dagli illusionisti per far credere a manifestazioni spiritiche? Secondo me, sì. Ma non solo. L'opera successiva di Talbot, in qualche maniera condivide l'unica pecca del romanzo di Winslow & Quirk  che  è l'eccessiva messe di situazioni impossibili e di l'eccesso di sovrannaturale che genera quella sorta di fine dello sbigottimento fantastico e rientro nella sfera del possibile e del reale nel lettore, e di convincimento che tutto ciò a cui ha assistito non è affatto derivazione di sovrannaturale o di impossibilità.

Non è però la sola opera posteriore (ricordiamo che Rim of the Pit è del 1944) a contenere allusioni che rimandino al capolavoro di Winslow & Quirk. C’è, infatti, anche il romanzo meraviglioso di Clayton Rawson, con protagonista il Mago Merlini, No Coffin for the Corpse, “L’assassino invisibile”, del 1942, in cui ci sembra parecchio diretta la rimembranza del cadavere che esce dalla bara e si manifesta sotto gli occhi di testimoni, per non poter essere ritenuta una filiazione di Winslow & Quirk. E il Mago Merlini, come anche il suo inventore, Clayton Rawson, erano, il primo nella fantasia, il secondo nella realtà, dei grandi illusionisti e prestidigiatori.

Il pregio principale del romanzo è però la freschezza e l’alternanza di situazioni tra loro incompatibili, che generano tensione narrativa palpabile (l’ammissione di colpevolezza del Giudice Mather, e l’infondatezza della stessa, dimostrata successivamente, per l’impossibilità che egli potesse scappare dall’ospedale nel quale era stato ricoverato in condizioni di “incoscienza”; le paure di Miss Clem che fanno supporre che lei c’entri qualcosa e invece non è vero; la spregiudicatezza di altre persone, che si potrebbe supporre non c’entrassero nulla, e invece..). Per non parlare della grande trovata delle ultime pagine, in cui la filiazione da Christie è diretta, nonostante sia resa in maniera assai accattivante, prima indicando l’assassino e poi..
Insomma un finale travolgente, con una nota dolce e romantica: Miss Clem rivolgendosi al narratore, è come se gli ricordasse, come fa Rhett Butler nei confronti di Rossella O’Hara alla fine di Gone with the Wind, che.. Tomorrow is another day. Non dice proprio la stessa cosa, ma pressappoco il significato e l’intendimento è quello.

Leggerlo è obbligatorio per chi ami il genere.                  

Pietro De Palma

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