sabato 13 novembre 2021

Ngaio Marsh (con la collaborazione del Dot. Jellet) : The Nursing Home Murder, 1935

 


The Nursing Home Murder è un romanzo di Ngaio Marsh, del 1935, mai tradotto in Italia, se non in una veste alquanto accorciata, da Casini Editore, nella collana “I Gialli del Secolo”.  Cominciai a leggerlo anni fa, ma ben presto l’interesse scemò perché pensavo mancassero parecchie descrizioni, e chi conosce Ngaio March, scrittrice raffinatissima, sa che le descrizioni erano la sua arma vincente. E quindi, se le togli o le sfoltisci, riduci notevolmente l’impatto originario del plot.

Recentemente però ho ripreso a leggere il romanzo, nella veste originaria, in inglese, e ho potuto capire che quello che pensavo della pubblicazione Casini, era vero, ma fino ad un certo punto: è accorciato, ma poi non in maniera balzana, cosicchè almeno il fatto è citato in tutta la sua interezza, e talvolta anche letteralmente. E’ stato tolto tutto ciò che non atteneva al plot, e quindi in sostanza l’atmosfera. Ovviamente però, per farsi un’idea precisa, bisogna necessariamente leggere l’opera originale. Al di là di ciò, il romanzo è a mio parere, uno dei più interessanti in assoluto della scrittrice neozelandese, per svariati motivi, e per di più godette al tempo di grande popolarità, tant’è vero che Agatha Christie fece leggere questo romanzo da parte di uno dei suoi personaggi di Murder in Mesopotamia.

Sir Derek O’ Callaghan è il Ministro degli Interni. Sta per far approvare una legge contro gli anarchici, e da quando ha cominciato a sviluppare la sua azione contro di loro, ha ricevuto svariate minacce di morte. E’ duro ed energico, ma non è uno stinco di santo. Pur essendo sposato a Lady Cicely O’ Callaghan, quando ne ha la possibilità la cornifica. L’ultima delle sue vittime è la figlia di un vecchio amico di famiglia, Jane Harden, di famiglia nobile decaduta, che fa l’infermiera presso la clinica privata di Sir John Phillips, famoso chirurgo. L’ha abbindolata facendo credere di esserne innamorato, l’ha messa incinta e poi abbandonata. Per di più Phillips che le aveva chiesto di sposarla, questa volta veramente, si vede davanti una donna distrutta dalla vergogna di aver creduto al potente ministro e di passare per una ragazza facile che non è affatto, che lo sposerebbe anche ma che si trova in una situazione difficile.

Il caso vuole che durante una seduta al Parlamento in cui il governo nella persona del Ministro degli Interni sta illustrando il provvedimento contro gli anarchici, O’Callaghan si senta male e svenga per una appendicite che lui ha trascurato. E che venga portato presso la clinica del suo medico di famiglia che è Phillips, perché venga operato. Ma lì non operano solo Phillips che è il primario, e la Harden, ma anche l’infermiera Banks, accesa sostenitrice bolscevica,  il dottor Thoms (assistente di Phillips) e il dottor Roberts (anestesista) le cui simpatie politiche pare si indirizzino anch’esse verso i bolscevichi/anarchici, l’infermiera Graham, e Suor Marigold, che è la Superiora della Clinica di John Phillips. John Phillips vorrebbe che operasse il paziente altro chirurgo, mal la moglie di Callaghan vuole che se ne occupi lui. Così avviene che il Fato, proprio come in una tragedia greca, perché quella che avviene nella sala operatoria è una tragedia, metta di fronte colui che ha causato tanti mali, alla mercè di svariate persone che chi più chi meno avrebbero ottime ragioni per mandarlo all’altro mondo. Dopo che l’operazione è andata bene in sé, risolvendo l’ascesso dell’appendicite che ha provocato una peritonite, Sir Derek muore. Immediatemente si pensa che sia stato il cuore, e infatti durante l’operazione il dottor Roberts, separato dagli altri da un siparietto posto sul torace del paziente, aveva avvisato che il paziente stava rispondendo male e la pressione stava calando, e per questo era stata fatta un’iniezione di olio canforato. Ma su pressioni di Lady Cicely O’Callaghan, che si rivolge a Scotland Yard, il caso viene riaperto e viene autorizzata l’autopsia che scopre come il primo Ministro sia stato avvelenato con sedici centigrammi di Joscina, un anelgesico che Phillips  per esempio usa iniettare, nella dose di sette milligrammi, ai pazienti prima dell’operazione, per ridurre l’uso di morfina e altri analgesici. Il fatto è che non si capisce proprio come sedici centigrammi che è una dose enorme, la dose di un’intero tubetto formato da venti discoidi di Joscina, ognuno di sette milligrammi, più qualche altro discoide, sia andato a finire nel corpo di Sir Derek.

John Phillips è stato visto aprire un tubetto nuovo e togliere un discoide ( e infatti nel tubetto ve ne sono ancora 19)e somministrarlo sotto forma di iniezione ipodermica al malato; ma Phillips si era allontanato un attimo. E del resto c’è la storia di un secondo tubetto che lui dice fosse già vuoto, ma che può essere stato utilizzato assieme all’altro discoide. E qualcuno ha visto che usava troppa acqua distillata. Insomma Phillips è il principale sospettato, anche se non vi è nessuna prova che sia stato lui. E d’altronde durante l’operazione tre sono state le iniezioni fatte: quella di Phillips, che ha iniettato 7 milligrammi di joscina (dice lui!), quella dell’infermiera Banks ( di simpatie anarchiche) che ha usato una siringa ipodermica per iniettare olio canforato (visto che Roberts non fa più iniezioni da quando anni prima aveva provocato la morte di un paziente facendo una iniezione), e quella del dottor Thoms che ha iniettato tramite una grossa siringa gas gangrena antitossina concentrato. In sostanza, chiunque di questi tre può aver ucciso Callaghan. Poi c’è anche il comportamento sospetto della Harden, che pur non avendo praticato iniezioni, aveva esitato a dare la siringa con olio canforato, e poi successivamente era svenuta.

Alleyn, dovrà indagare, tra riunioni di bolscevichi e pedinamenti dei vari sospettati, e di altra gente, anche su altro medicamento a base di joscina, “Fulvitavolts”, propinato al malato da parte della sorella, Ruth O’Callaghan, preoccupata della salute del fratello (ma erede di un terzo  dei soldi del fratello!), ma preparato da un chimico, molto amico della signora, e al tempo stesso anche lui simpatizzante bolscevico: in sostanza, Alleyn sospetta che questa sostanza propinata prima dell’operazione, magari in grossa quantità, anche per un accidente, abbia poi potuto combinarsi con quella iniettata fino a provocare la morte del Ministro degli Interni. Il problema è tutto, dimostrare come una quantità spropositata di joscina sia stata propinata al paziente senza che nessuno se ne accorgesse, perché in sostanza tutti coloro che hanno operato, si scusano vicendevolmente, avendo visto ciò che gli altri facevano. Alla fine troverà l’assassino che ha ucciso tramite una procedura ingegnosissima e tramite un’arma assolutamente inusuale.

Il romanzo è estremamente interessante, direi che nella produzione di Marsh, è uno dei più interessanti in assoluto.


Che sia uno dei primi romanzi, lo testimonia il parco degli attori del dramma, che individua appunto la prima produzione di Ngaio Marsh. Come nei romanzi di A.Christie con Poirot, i primi romanzi sono distinguibili dagli altri perché vi si muove il Cap. Hastings che poi scompare nel prosieguo della produzione, ritornando solo alla fine con Sipario (ma vi sono anche alcuni romanzi distinti dagli altri per la presenza di Ariadne Oliver), e così come per es. la meravigliosa decade di Ellery Queen è distinta dal resto della sua produzione per la presenza costante, anche se solo nella prefazione, di J.J.McClure, così varie solo le figure di “spalla” prediletta di Roderick Alleyn: nei primi romanzi abbiamo Nigel Bathgate, suo amico giornalista (assieme alla sua fidanzata Angela North), che poi scompare per far spazio all’Ispettore Fox già presente nei primi ma più in sordina (appare per la prima volta in Enter a Murderer, il secondo romanzo), che caratterizza i romanzi successivi con la sua verve a tratti comica, e che rimanendo pur sempre, sfuma ad un certo punto, per far spazio  nel ruolo di spalla prediletta alla figura di Agatha Troy, moglie di Alleyn e pittrice. In sostanza abbiamo ( tenendo conto che in altri romanzi compaiono anche figure come i Sergenti Thompson e Bailey)

Romanzi con Nigel Bathgate: A Man Lay Dead; Enter a Murderer; The Nursing Home Murder; Death in Ecstasy; Artists in Crime; Death in a White Tie; Overture to Death; Surfeit of Lampreys; Final Curtain; Swing, Brother, Swing

Romanzi con Ispettore Fox: Enter a Murderer; The Nursing Home Murder; Death in Ecstasy; Artists in Crime; Overture to Death; Death at a Bar; Surfeit of Lampreys; Death and the Dancing Footman; Final Curtain; Swing, Brother, Swing; Opening Night; Scales of Justice; Off With His Head; False Scent; Hand in Glove; Dead Water; Clutch of Constables; Tied Up in Tinsel; Black As He’s Painted; Last Ditch; Grave Mistake; Light Thickens.

Romanzi con Agatha Troy : Artists in Crime; Death in a White Tie; Death and the Dancing Footman; Final Curtain; Swing, Brother, Swing; Spinsters in Jeopardy;  Hand in Glove; Dead Water; Tied Up in Tinsel; Black As He’s Painted; Last Ditch; Grave Mistake; Photo-finish.

Innanzitutto, il romanzo, data la sua particolarità, cioè la ricostruzione fedele di un’operazione, e gran parte del fascino del romanzo è dovuto proprio alla fedeltà dei passaggi chirurgici, fu scritto da Ngaio Marsh, ma con la collaborazione di Henry Jellet, famoso ginecologo irlandese del tempo poi Primario chirurgo ostetrico presso il Dipartimento di Salute della Nuova Zelanda e Ngaio Marsh era neozelandese (la cui collaborazione è attestata) e di Sir Hugh Acland. Di questa seconda collaborazione, non attestata come coautore, ne parla Joanne Drayton nel suo Ngaio Marsh : Her Life in Crime, Harper-Collins,2009 : “The Home Secretary, Sir Derek O’Callaghan, dies of a lethal dose of hyoscine administered on the operating table. Because she needed medical knowledge, Ngaio took on her only collaborator, Irish surgeon Dr Henry Jellett. She also consulted Sir Hugh Acland. Both men were her specialists while she was in hospital..” (pag.61). In sostanza nel 1934 a Ngaio era stato diagnosticato un cancro uterino, ed era stata operata nella divisione ginecologica dell’ospedale di Christchurch, in Nuova Zelanda, dove operavano i due chirurghi. Probabilmente fu operata da ambedue o solo da Jellet che lei chiamava “Papa Jellet”, in quanto amico del padre. Quindi si avvalse dei due chirurghi in sede di creazione della trama di un romanzo poliziesco sviluppato attorno ad un tavolo operatorio. Acland e Jellet furono poi interpellati, successivamente all’uscita del romanzo che fu immediatamente un successo, per mettere in scena un lavoro teatrale, dal titolo Exit Sir Derek , in cui si distinse Acland per la maniacale scrittura dei dettagli: l’operazione chirurgica simulata nel lavoro teatrale, a molti sembrò addirittura vera, tanto Acland aveva curato la parte. Exit Sir Derek fu rappresentato nel piccolo teatro della Università di Cambridge in Inghilterra, probabilmente nel 1937, quando ella visitò il Regno Unito.

Come si sa Ngaio Marsh fu famosa non soltanto in quanto scrittrice di successo ma anche e soprattutto come regista teatrale, anzi fu per la popolarità acquisita col Teatro che fu insignita del titolo di D. B.E. (Dame of British Empire). E il teatro in un modo o nell’altro entra in molti dei suoi romanzi. Anche in questo. Perché la Sala Operatoria viene spesso definita teatro (e del resto anticamente lo era, operando al centro i chirurghi e assistendo gli allievi dall’alto, come un palco attorniato e sormontato dai loggioni). Ma in questo caso la Sala Operatoria (con le antisale: quella della narcosi e quella dove ci si sterilizza e si ci veste prima dell’operazione), rimanda al proscenio e alla scena, e al parascenio del teatro classico. Teatro classico in cui primariamente di rappresentavano tragedie. E quale tragedia lo è più di questa, in cui in un Teatro operatorio recitano gli attori di una tragedia, il potente tiranno (il paziente operato) e chirurghi ed infermiere tutti con le loro motivazioni per odiarlo o sopprimerlo? Del resto lo si dice in un passo specifico del romanzo: nel Cap. III, c’è un dialogo tra Phillips e Jane Harden, e lei specificamente fa riferimento alla Tragedia, al Fato e alla Vendetta (Nemesis):

"Jane," said Phillips.
"Yes?"
"This--this is a queer business."
"Nemesis, perhaps," said Jane Harden.
"What do you mean?"
"Oh, nothing," she said drearily. "Only it is rather like a Greek play, don't
you think? 'Fate delivers our enemy into our hands."   “Strano affare dice Phillips. Nemesis, risponde Harden. Cosa intendi? Oh, niente, lei disse tristemente. Solo che è piuttosto come una Tragedia Greca, non ritieni? Il Fato consegna alle nostre mani il nostro nemico.


Altra caratteristica del romanzo sono le digressioni politiche frequenti, più presenti che in altri romanzi. Più che focalizzare l’attenzione del romanzo su una devianza malvagia del criminale, dell’assassino, The Nursing Home Murder, la focalizza sulle idee pretese deviate di una formazione politica, che proclama la sua avversione allo stato borghese e a chi ha causato la morte per malnutrizione di operai e sottoproletari urbani: gli anarchici. L’aver preso questo particolare soggetto politico ad esempio nel corso del romanzo, lo caratterizza come appartenente ad un altro tempo. Ci sono vari momenti in cui se ne parla. C’è per es. il domestico di Alleyn, Vassily che ne sa qualcosa:

Vassily," said Alleyn, "do you ever see anything of your disreputable pals--The Pan-Soviet Brotherhood, or whatever they were--nowadays?"
"No, sir. Not now am I such a foolish old rascal. I am one bite too shy."
"So I should hope, you old donkey. You don't happen to remember hearing any gossip about Nicholas Kakaroff?"
Vassily crossed himself lavishly from right to left. "Hospodi bozhe moy! He is one of the most worst of them," he said energetically. "A bad fellow. Before the Soviet he was young and anything but conserff-a-tiff. After the Soviet he was older and always up to no-good. The Soviet pleased him no better than the Romanoffs. So sometimes he was killing officials, and at last he has heated up Russia for himself too much, so has come to England"(Cap. VI). Questo Kakaroff è un gran furfante insomma. Da giovane era anrchico, ora che è vecchio è più anarchico di prima e vuole bene ai Bolscevichi quanto ne voleva ai Romanoff, cosicchè è dovuto scappare in Inghilterra.

I momenti più alti sono quando vendono interrogati l’infermiera Banks, e il chimico Sage. I discorsi appassionati dell’infermiera "Bolshie" Banks contro il capitalismo introducono un'ideologia malvagia, che è espressione di una convinzione contro lo status quo. Interrogata prima da Marigold, esclama: And for that reason he's the more devilish," announced Banks with remarkable venom. "He's done murderous things since he's been in office. Look at his Casual Labour Bill of last year. He's directly responsible for every death from under-nourishment that has occurred during the last ten months. He's the enemy of the proletariat. If I had my way he'd be treated as a common murderer or else as a homicidal maniac. He ought to be certified. There is insanity in his blood. Everybody knows his father was dotty. That's what I think of your Derek O'Callaghan with a title bought with blood- money," (cap.III). Interrogata da Alleyn, dirà: You may stand there with a smile on your lips," she stormed, "but you won't smile for long. I know your type--the gentleman policeman--the latest development of the capitalist system. You've got where you are by influence while better men do bigger work for a slave's pittance. You'll go, and all others like you, when the Dawn breaks. You think I killed Derek O'Callaghan. I didn't, but I'll tell you this much--I should be proud--proud, do you hear, if I had” (Cap. IX)

Ma le invettive contro una società borghese destinata ad essere soppiantata dal proletariato, sono anche quelle del chimico Harold Sage, magari meno livide e rancorose:

As a matter of fact," continued Mr. Sage, "I must own I don't go as far as Comrade Kakaroff in the matter of O'Callaghan's death. Undoubtedly it is well he is gone. I realise that theoretically there is such a thing as justifiable extermination, but murder--as this may have been--no." (Cap. XIII). In sostanza Sage che è un giovane chimico comunista, protetto da Ruth O’Callaghan, e quindi in un certo senso ( non del tutto) vicino alle idee di Kakaroff, pur ammettendo che la morte di Callaghan è stato un regalo fatto alla classe operaia, per quello che lui le stava facendo, e che lo sterminio di massa dei nemici della classe operaia potrebbe essere condivisibile (in una situazione di rivoluzione), non altrettanto lo è l’omicidio.

Come si vede, Bolscevichi e anarchici non son la stessa cosa, e vengono distinti. L’infermiera Banks che è espressione del malcoltento popolare di una fascia sfruttata, si apparenta a Kakaroff, senza far distinzione tra comunismo e anarchia, mentre una distinzione di fondo c’è. In sostanza gli anarchici all’inizio vengono sfruttati in quanto forza anti zarista ma poi quando il potere è consolidato nelle mani dei Bolscevichi, gli anarchici con la loro forza nichilista, vengono tenuti lontani e perseguitati, perché rappresentano una minaccia allo status quo. Così in sostanza CCCP e Regno Unito, in quanto espressione di potere , dagli anarchici vengono avversati.


 

Altro punto interessante del romanzo è quello che riguarda la sterilizzazione dei deficienti, di coloro che hanno tare familiari e le ereditano. Il Dottor Roberts è un paladino della sterilizzazione se non dello sterminio dei deficienti. Ne parla egli stesso con Alleyn a casa sua:

There need not necessarily be any usual motive." Roberts hesitated and then spoke with more assurance than he had shown so far. "In suggesting this," he said, "I may be accused of mounting my special hobbyhorse. As you have seen, I am greatly interested in hereditary taints. In Sir Derek O'Callaghan's family there is such a taint. In his father, Sir Blake O'Callaghan, it appeared. I believe he suffered at times from suicidal mania. There has been a great deal of injudicious inbreeding. Mark you, I am perfectly well aware that the usual whole-hearted condemnation of inbreeding is to be revised in the light-- " He had lost all his nervousness. He lectured Alleyn roundly for ten minutes, getting highly excited. He quoted his own works and other authorities. He scolded the British public, in the person of one of their most distinguished policemen, for their criminal neglect of racial problems”

Del resto durante l’operazione il Dottor Thoms, ironizzando sugli studi dell’anestesista, e sulle presunte tare di Callaghan, aveva detto: "He's a striking-looking chap, isn't he?" he remarked lightly. "Curious head. What do you make of it, Roberts? You're a bit of a dog at that sort of  thing, aren't you? Read your book the other day. There's insanity somewhere in the racial makeup here, isn't there? Wasn't his old man bats?" Roberts looked scandalised. "That is so," he said stiffly, "but one would hardly expect to find evidence of racial insanity clearly denned in the facial structure, Mr. Thoms”. In sostanza dalla forma del cranio si sarebbe potuta ipotizzare una tara ereditaria nel Ministro degli Interni (Cap.IV)

E poi Alleyn commenta in separate sede: “It sounds reasonable enough, Fox, and certainly consistent with Roberts's character. With his views on eugenics he'd be sure to support sterilization. You don't need to be a Bolshie to see the sense of it, either”. (Cap.XV).

Il dottor Roberts è stato visto anche lui al Comizio di Kakaroff. Non si sa se anche lui sia un sovversivo, ma è sicuro che piuttosto egli sia andato lì perché probabilmente qualcuno ha assicurato sostegno alla sua crociata. Del resto la crociata di Roberts non nasce senza una causa scatenante che sono gli studi di Mendel sull’ereditarietà e sulla proposta di Galton e Pearson in Inghilterra che lo Stato dovesse vigilare sulla procreazione, impedendo quella di individui malati. Ora se è vero questo, non si ricorda una eugenetica bolscevica se non quella che si proponeva di eliminare le disuguaglianze del sistema capitalistico dando così libero sviluppo all’individuo in quanto tale. Quella che ricordiamo invece negli anni ’30 è una eugenetica nazionalsocialista, tesa a sterilizzare ( ordinata dal regime nazista il 14 luglio 1933) se non ad eliminare i diversi e i malati soprattutto di malattie genetiche in grado di corrompere la razza pura ariana. Quello che mi vien in mente è che quindi Ngaio Marsh, come un transfert, abbia riversato sugli anarchici la paternità di questa eugenetica folle, non potendo mettere alla berlina idee riferite al nazionalsocialismo che nel 1935 godeva di grandi simpatie in Inghilterra.

Le caratteristiche interessanti di questo romanzo non finiscono qui. Infatti c’è da parlare ancora di una cosa: il romanzo non è citato in nessun testo come un romanzo con delitto “impossibile”, eppure lo è. E’ già il secondo caso in cui, per romanzi di Ngaio Marsh, notiamo questa caratteristica. Ne avevo parlato già per il suo esordio, e in quel caso (Giochiamo all'assassino: A Man Lay Dead,1934) avevo menzionato il fatto che quel romanzo sarebbe potuto essere anche un Omidicio impossibile celato. Perché? Nel corso del romanzo, a un certo punto, si precisa che nessuna altra persona, dal di fuori, avrebbe potuto commettere l’omicidio di Rankin, perché la casa era stata isolata da una nevicata che aveva avvolto la campagna circostante, per più di congelata. Beh, anche qui abbiamo un omicidio impossibile celato, ancora di più. Mi spiego. Che a Marsh non interessasse essere ricordata come scrittrice di romanzi con delitti impossibili, lo aveva testimoniato quel primo romanzo, che aveva tutti i cardini canonici del delitto impossibile, anche se poi nessuno ne metteva in rilievo l’impossibilità o meglio, pur mettendola in rilievo, non la esaltava in quanto tale. In questo caso, mentre nel primo Ngaio sottolinea ad un certo punto che l’omicida era in casa anche se appariva impossibile la cosa, perché essa era circondata da neve per di più congelata, e in sostanza la casa è come un’isola attorniata dal mare (il riferimento è a Ten Little Niggers di Agatha Christie, di cinque anni dopo), qui Ngaio Marsh mai usa il termine “impossibilità”, anche se il romanzo ne reca in ogni dove le stigmate: tre iniezioni sono state fatte ma nessuna può avere ucciso il Ministro degli Interni e in teoria potrebbe avere assunto medicamenti contenenti joscina in quantità tale da legittimare la quantità accertata dopo autopsia ma questo si vede che non avviene: eppure son stati trovati 16 centigrammi di joscina nel suo corpo, una quantità tale a uccidere sicuramente un uomo (ne sarebbero ampiamente bastati 15). In che modo gli sono stati somministrati? Anche un neofita capirebbe che si sono tutti i presupposti perché si parli di omicidio impossibile, di avvelenamento impossibile, eppure.. Ngaio Marsh non ne parla. L’impossibilità di tale avvelenamento, che si risolve solo trovando l’arma usata, si rivela proprio alla fine del romanzo: in sostanza, in questo caso abbiamo un ribaltamento di quello che è un omicidio impossibile classico. Mentre nell’omicidio impossibile canonico (Wynne, Carr, Halter, Boileau. Vindy) abbiamo un delitto che viene definito impossibile sin dall’inizio, e che si risolverà solo spiegando come si sia potuto svolgere, e quindi associando la soluzione dell‘ Howdunnit all’assassino, qui abbiamo un delitto che mai viene definito impossibile, ma che si apparenta tale solo alla fine, quando scoprendone l’arma “impossibile” (una siringa di una speciale forma, con un pistone che si confonde facilmente con altra cosa), viene anche scoperto l’assassino. In altre parole il presupposto alla base della scoperta dell’omicida non sarebbe: l’omicida potrebbe essere X se l’impossibilità fosse Y, ma se l’impossibilità è Y l’omicida è sicuramente X perché solo lui potrebbe usare quell’arma.

 

Pietro De Palma

martedì 3 agosto 2021

Roger Scarlett: Il Mistero della Piuma Bianca (The Back Bay Murders, 1930) - trad. Dario Pratesi. I Bassotti, Polillo, n.214 , Marzo 2021


 

Roger Scarlett è uno pseudonimo dietro cui si celavano due scrittrici, una coppia a 4 mani come Ellery Queen. Le scrittrici si chiamavano Dorothy Blair (1903-1975) e Evelyn Page (1902-1976). Non erano cresciute assieme come si porterebbe facilmente ad ipotizzare, ma in due luoghi del tutto diversi. Infatti la prima, originaria del Montana, anche se i genitori provenivano dal Massachussets, si era laureata nello Stato di New York; la seconda invece proveniva da Philadelphia, Pennsylvania. Le due tipe si incontrarono dallo stesso editore “Houghton Mifflin, con sede a Back Bay di Boston, dove le due donne si erano incontrate. La coppia lasciò Houghton, Mifflin nel 1929” per creare il proprio personaggio e ragione sociale Roger Scarlett. Dopo qualche tempo passato a scrivere assieme i loro 5 romanzi, la coppia si ritirò presso una sperduta fattoria ad Abington  nel Connecticut, dove per 50 anni vissero assieme (era una coppia lesbica, cosa confermatami da Curtis).

I 5 romanzi in questione, scritti e pubblicati dal 1930 al 1933 sono:

The Beacon Hill Murders (1930)

The Back Bay Murders (1930)

Cat’s Paw (1931)

Murder Among the Angells (1932)

In the First Degree (1933)

Il Mistero della Piuma Bianca (??? In Italia usano sempre titoli eclatanti che non rispecchiano quelli originali) in sostanza parla di una serie di delitti in un pensionato, quello della sig.ra Quincy.

All’inizio, si verifica una strana cosa: qualcuno imbratta con sostanza dello stesso colore del sangue, probabilmente ketchup, le pareti e il pavimento della stanza occupata da Prendergast, un giovane molto eccitabile che vive con la madre. Poi qualche giorno dopo, la cosa si ripete solo che ad imbrattare il pavimento è sangue, in quanto viene ucciso proprio Prendersast. A proposito, la piuma bianca utilizzata per il titolo italiano, viene trovata sotto il corpo di Prendergast.

Le indagini si presentano difficili: tutti i pensionati, occupanti stanze al secondo e terzo piano della palazzina, danno deposizioni da cui si ricava come in sostanza nessuno avrebbe potuto compiere il delitto, tranne una persona che era andata a trovare il cieco Weed, Alvin Hyde. Questa persona, va detto, si presenta al sergente Moran che affianca l’ispettore Norton Kane, e depone negando proprie responsabilità come gli altri. Quando Kane desume che può esser stato solo lui, e la polizia perquisisce l’appartamento in cui vive, trovano in un cassetto una busta con scritto “Reperto A” e dentro il coltello imbrattato di sangue che è stato usato per uccidere Prendergast. In un armadio, anche il completo che sfoggiava il sospettato davanti al sergente Moran.

Tuttavia la polizia non dirama l’ordine di ricerca di Hyde, in quanto Kane è sicuro trattarsi di persona abitante nella casa di Quincy, che assumeva l’identità di Hyde tramite travestimento.

Le indagini vanno avanti, ma non sortiscono risultati apprezzabili. Kane elabora una serie di ipotesi accusatorie, basate anche sul dono di un rullo di pianola che Hyde aveva regalato a Weed, ma pur focalizzando l’attenzione su una serie di personaggi, non si riesce a individuare quello giusto.

Le indagini prendono altra piega, dopo il secondo delitto, quella della Sig.ra Quincy, trovata morta a causa di una puntura sul braccio, nella sua stanza da letto, collegata da una porta al salotto dove stava suo marito e tramite un’altra al corridoio dell’abitazione. Il marito afferma che la moglie è morta intorno alle 22.30 quando normalmente si coricava: ha sentito un forte rumore , è accorso, e ha trovato la moglie morta.

Tutti gli altri occupanti la casa affermano la stessa cosa, pur spaventati. Vicino al luogo della morte, stavano giocando a bridge quattro dei pensionati: Lovejoy, Vincent, Wainwright e il dottor Spinelli. Kane ipotizza che Wainwright quando si è alzato dal tavolo per andare di sopra a prendere le ciabatte, cioè alle 22.15 quando “lui faceva il morto”, prima di ritornare al tavolo, può aver aperto la porta della stanza da letto della signora e averla uccisa tramite una puntura avvelenata. Tuttavia questa ipotesi decade quando si conosce si quale veleno si tratti: non uno capace di uccidere dopo alcuni minuti ma istantaneamente: acido cianidrico. Per di più, Weed aveva rivelato che Hyde aveva una vera predisposizione per gli animali, avendone parecchi in casa sua, tanto che la gatta Sheeba, un persiano purissimo con due occhi azzurri appartenente a Weed , faceva le fusa solo con lui e Hyde. E quindi Kane sottopone Wainwright alla prova finale chiedendogli di prendere la gatta con lui: ma la gatta non risponde al comando del pensionato e non da segni che lui sia Hyde. Quindi si ritorna al punto di partenza. O meglio no. Perché Quincy è stata uccisa perché aveva scoperto una cosa: dei frammenti verdi di vetro trovati nella sua tasca, collegati in un primo tempo ad una lente per occhiali o ad un monocolo, poi sono stati invece collegati a qualcos’altro. Quincy aveva rivelato che la sera prima dell’omicidio Prendergast, quando lei era andata ad aprire la porta ad Hyde, questi era incespicato e eli aveva sentito il rumore di un vetro rotto tanto che aveva pensato in un primo tempo che si fosse rotto il pannello superiore della porta d’ingresso. Solo dopo, un orologio da tasca lasciato colpevolmente su un mobile col vetro rotto l’aveva indirizzata verso la vera identità di Hyde, firmando così la sua condanna a morte.

Kane riuscirà dopo un fuoco pirotecnico finale in cui vengono sospettate tre diverse persone, ad individuare quella giusta, non prima che questa si suicidi. E spiegherà anche come si inquadri quella piuma binaca nella soluzione ed individuazione del movente per  l'assassinio di Prendergast.

Dico subito che il romanzo non mi ha subito appassionato: infatti le prime 100 pagine le ho lette in quasi un mese. Forse lo stile, forse le testimonianze, forse anche l’attesa di un delitto impossibile che non c’era stato, mi hanno frenato per parecchio tempo, tanto che avevo cominciato a leggere altro libro che consigliai molti anni fa a Igor Longo che non lo conosceva : un romanzo di Jeffery Deaver. Fatto sta che ho notato delle cose un po’ strane.

Non so se l’impaginazione del romanzo sia quella originale oppure le piantine presenti a pag 76-77 originalmente siano state inserite altrove: fatto sta che messe in questa posizione tolgono parecchio all’effetto sorpresa. Infatti, se inserisci delle piantine in cui sono disegnate le camere degli occupanti e tra quelle non c'è quella di Hyde, un lettore abbastanza avvezzo alle sottigliezze di un mystery capisce subito che se le indagini si indirizzano verso Hyde e Hyde non abita in casa, e purtuttavia vengono inserite delle piantine della casa, è evidente che Hyde sia altra persona. E questo quando ancora Kane non ha esplicitato i suoi dubbi che Hyde sia in effetti la seconda identità di un occupante della casa.

Al di là di questo, il ritmo della narrazione acquista un peso ed una velocità notevoli solo dopo il secondo delitto, che è un delitto impossibile. Anzi, per concezione, esso anticipa di molti anni uno famosissimo di Agatha Christie, e di qualche anno uno di Vindry. Tuttavia c’è una certa ingenuità di fondo: utilizzare l’acido cianidrico come arma, se è vero che ha una sua indubbia efficacia, espone tuttavia ad una domanda sopra i righi che non viene considerata (né ovviamente le viene data risposta: come ha fatto l’assassinoa procurarselo? L’acido cianidrico non è di facile reperimento, come lo era al tempo per es. l’arsenico usato per eliminare i topi, in quanto anche a quel tempo era merce con cui potevano a che fare solo forse farmacisti, chimici e medici. Infatti, per qualche tempo ho sospettato Spinelli, prima di indirizzarmi verso l’assassino vero, una trentina di pagine prima della spiegazione.

Va detto che però, per il lettore medio, l’individuazione è assai problematica visto che il gioco delle parti viene sviluppato con perizia e assai intelligentemente: la tensione, salvo il particolare da me succitato, non decresce mai a partire dal secondo delitto, anche perché vengono proposte , una seguita da un’altra, varie ipotesi accusatorie che si indirizzano verso Wainwright, Lovejoy, Spinelli, e persino Weed (nel caso sia un falso cieco, visto che si ritrae quando Kane sta per percuoterne la fronte con un righello), tutte supportate da una propria causa.

A me tuttavia di fondo è rimasto solo un dubbio: nei mystery, tranne forse quelli di Fantomas o Arsene Lupin, il travestimento non è quasi mai utilizzato. Qui una persona, si scopre che per anni si è costruita una doppia identità, andando anche a vivere in un’altra casa ( un po’ come accade all’Ispettore Belot di Aveline), ma ha la faccia tosta di essere visto dalla padrona di casa che lo riceve in casa come Hyde, ma che lo conosce sotto altra identità, o di presentarsi a Moran ed essere visto quindi dal narratore, cioè l’avvocato Underwood, senza che tutte queste persone di accorgano che è altri. Quello che però mi sovviene stranamente, non è tanto il travestimento (e qui anche il mutamento di alcuni tratti somatici del volto), ma il cambio della voce: possibile che tutte le persone non si siano mai accorte della voce, oppure anche essa veniva cambiata? Pare che me ne sia accorto solo io, visto che nel romanzo non se ne parla proprio.

Per impostazione, la concezione del romanzo e dei suoi personaggi ci porta verso il romanzo Vandiniano: la coppia delle due autrici fu sicuramente molto influenzata da Van Dine, che nel tempo la faceva da padrone in America. Non a caso, i personaggi principali sono sovrapponibili a quelli vandiniani: Philo Vance qui è Norton Kane, S.S. Van Dine è Underwood, il giudice Markham è il sergente Moran, anche se non vi è il superdetective dilettante ma il poliziotto detective, secondo una costola nata sempre da Van Dine, ma alimentata da Abbot e Daly King. Kane tuttavia, pur derivando da Philo Vance, non ne è un fedele clone, e prende degli atteggiamenti da Sherlock Holmes: infatti solo S.H. si sarebbe messo a carponi  con la lente di ingrandimento per individuare qualcosa sfuggito ad altri. Beh, Kane si mette a carponi con scopetta e paletta per raccogliere eventuali frammenti di vetro dell’orologio. Tuttavia certi particolari ci riportano alla cultura enciclopedica di Philo Vance: es. i caratteri somatici dei gatti, e le differenziazioni all’interno della stessa razza dei gatti persiani.

Bel romanzo, apprezzabile anche e soprattutto dagli appassionati di Van Dine.

Pietro De Palma