domenica 4 settembre 2022

Helen McCloy : Una Questione di tempo (A Question of Time, 1971) - trad. Maria Luisa Cesa Bianchi - Longanesi, Serie Viola/Pocket del Mistero, 1975

 


Dopo molto tempo ritorniamo a Helen McCloy, forse la più grande scrittrice statunitense di Mystery, con un romanzo pubblicato non da Mondadori, ma da Longanesi, nel 1975 : Una questione di tempo, titolo che rispetta, una volta tanto, pedissequamente il titolo originale, A Question of Time, 1971.

Diciamo subito che si tratta di un romanzo geniale, la cui soluzione parimenti geniale, si adatta meravigliosamente alla fama di cui godette (e gode tuttora) la McCloy : una Camera Chiusa, assolutamente fuori dai generi, che si lega ad un plot in cui ancora una volta un fenomeno psichico, questa volta il Deja-Vu (vi ricordate Come in uno Specchio era il Doppelganger?), ha una sua importanza basilare, come pure basilare ce l'ha una certa forma di ipnosi.

Lisa è rimasta orfana. E' la figlia di Rupert Holland e di una ragazza italiana. La madre era morta in un incidente stradale ma si era riusciti, perchè incinta, a salvare la bambina che portava in grembo. Poi era morto il padre, figlio di Sophronia Holland, una vecchia signora, erede di una ricca famiglia americana (ebraica?). Allevata presso un convento di monache, la bambina stava per arrivare a New York. Non conosceva nessuno in America, eppure era attesa con gioia. Soprattutto da Amelia, sorella di Rupert, che sposata ad Hugh ha una splendida bambina di nome Susan, e un altro figlio di setssa età, Roly.

Arrivata in America, pur di controvoglia, Lisa è costretta a confrontarsi con la nuova realtà, e nonostante Susan faccia di tutto per legare, Lisa è scontrosa: riesce solo a legare con Roly, fratello di Susan, di cui si innamora, ricambiata. Amori giovanili, adolescenziali: ragazzi di tredici, quattordici anni. Susan a sua volta è innamorata di Jim, un amico di Roly bello, biondo, e alto, e Jim di lei. Da questo gruppetto sono esclusi i due gemelli Heron (famiglia ebraica anche la loro?), Pelléas e Mélisande, ragazzini del vicinato, invidiosi degli Holland, più ricchi e fortunati, di cui la ragazzina è innamorata non ricambiata, di Roly. 

Un bel giorno Amelia, decide in inverno, di portare tutti a pattinare sul ghiacchio del laghetto, e Jim Bandloin, appassionato di fotografia, gira un filmino con la cinepresa di otto minuti. Il finale è triste, e sembra anticipare quello che poi si apprenderà con sgomento: il padre della madre di Lisa, un Principe italiano, della casata Urbani-Pavia, ha rintracciato la nipote, e la rivuole in Italia. Non è come si pensa per mettere le mani sul patrimonio degli Holland, ma solo per fini familiari. Così Lisa, con dispiacere soprattutto di Amelia, ritorna in Italia. Ma prima di ritornare accade una cosa stranissima che avrà ripercussioni a distanza di anni: la casa degli Holland è più simile ad un castello che ad una villa. E una singolare importanza ce l'ha una grande sala da ballo, in cui sulle due porte che vi si immettono e che portano alle palazzine dei due eredi, Rupert con la madre Sophronia, e Amelia con suo marito Hugh, gravano due quadri, di cui uno è di Goya, che raffigura Saturno che divora i suoi figli. Per un caso Lisa vi entra, e immediatamente vi sviene: terrorizzata, sostiene di esservi entrata già e se vi entrerà di nuovo, morrà. Il medico di Sophronia, il dottor Neroni, un italo americano, psichiatra, sostiene che si tratti di Déjà-Vu, cioè una forma di alterazione del ricordo (paramnesia), e ne cita le teorie alla base. Fatto sta, che Lisa parte e nessuno potrebbe mai sapere che dopo dieci anni, quando è diventata una gran bella ragazza, ella ritorni in America, dopo la morte del suo nonno italiano.

La Lisa che torna, inspiegabilmente non ricorda nulla, ma proprio nulla, dell'evento che l'aveva traumatizzata dieci anni prima: è come la sua psiche avesse se non rimosso il ricordo, almeno nascosto, tanto è vero che ci si chiede se sia la Lisa che era arrivata dieci anni prima, oppure un' impostora (magari la cugina Ginevra a cui pare si assomigliasse parecchio). Però di Roly si ricorda, e i due sono ancora innamorati, e si vede. Amelia è felice, tanto più che i suoi figli avranno una cugina con cui confrontarsi, ora che è rimasta vedova, giacchè il marito che era fuggito con un'altra, è morto con l'amante in volo. E la sala da ballo? E' rimasta quella che era, solo che non ha più due porte di ingresso ma una sola, quella su cui è appeso il Goya.

Mélisande è gelosa di Lisa perchè anche lei è innamorata di Roly. A distanza di tanti anni, il filmino di Jim viene di nuovo proiettato, e successivamente i due fratelli , d'accordo, una sera, fanno in modo da chiudere dall'esterno Lisa nella sala da ballo, buttando la chiave attraverso una finestra nel giardino. Lisa, che fino a quel momento non ricordava nulla della scena di dieci anni prima, ha una reazione furibonda e batte furiosamente i pugni sulla porta perchè venga riaperta, ma queste vibrazioni hanno solo la conseguenza di far staccare il quadro di Goya sulla sua testa, che precipita fracassandole il cranio.

Incidente? No. 

Il capitano Elliott, arrivato sul posto, scopre, analizzando la scena dell'incidente, che il filo di ferro che teneva il quadro appeso, è stato in parte sciolto e in parte reciso. E quindi si tratta di omicidio, premeditato: qualcuno era salito su una poltrona antica, di notte, due volte, due settimane prima e qualche giorno prima la morte, e aveva maldestramente operato sul filo.

Non sarà il capitano Elliott ma il dott. Neroni (alter ego dello psichiatra Basil Willing ?) a inchiodare l'assassino diabolico, che aveva mosso come pedine i due gemelli, tentato di uccidere in preda alla paura la vecchia Sophronia nel corso della notte, e ucciso Pelléas che aveva cercato di ricattarlo.

Ci sono moltissime cose che non dico, e se le dicessi, si perderebbe il gusto di leggere questo gioiello, costruito magnificamente: il movente viene celato fino alla fine - l'antico Cui Prodest? - e il lettore (il sottoscritto), seguendo gli avvenimenti, si interroga più volte su chi possa essere, tenendo conto che i gemelli sono stati incriminabili fino a quando non si è scoperta la natura premeditata del delitto. Ma senza esito. Sarà mica Mélisande? Ma come avrebbe fatto se non abita nella casa? Eppure solo lei ha un movente evidente: uccidere Lisa per amore di Roly. Il problema è che vi è anche il vero assassino il cui movente è nascosto fino alla fine: in questo caso, a scoprirlo non è proprio il movente, ma tre fondamentali piste indiziarie: una copia modificata del quadro di Goya, in cui Saturno ha le fattezze di Lisa; una copia delle Memorie della Marchesa di Créqui, in cui viene citata una storia in cui un quadro aveva provocato la folle paura di una ragazza che poi era morta nello stesso modo di Lisa; e il filmino girato dieci anni prima, che costituisce, per assurdo che possa sembrare, l'arma del delitto.

Helen McCloy elabora un plot di straordinario impatto, in cui il Déja-Vu ha il valore di creare tensione e distogliere il lettore dalla vera traccia, che, nello stesso tempo, sviluppa, creandovi sopra un plot molto più sottile, nascosto però sino all'ultimo, che trae la propria origine in un altro fenomeno psichico, di cui proprio negli anni settanta si valutava la forza, rientrante a ragione nell'ipnosi. In altre parole, una delle ragioni per significare la genialità di questo romanzo, è la Camera Chiusa, che nel tempo in cui lo è, non scaturisce dalla presenza di un assassino "Vanished into Thin Air" come diceva Carr, ma da un piano accuratamente studiato, affinchè la vittima provochi essa stessa la sua morte.

Ma oltre a questo, la genialità del romanzo, sta nell'aver strombazzato una certa verità, invece operando esattamente al contrario: sempre di tempo, si tratta, A Question of Time, ma il come esso venga utilizzato, diventa fondamentale a Neroni, per inchiodare l'assassino. 

Neroni ci guadagnerà la fama, per aver tolto la scena al Capitano Elliott. Ma anche altro.

Capolavoro non ancora degnamente riconosciuto, di una geniale scrittrice non ancora del tutto conosciuta (in Italia).

Pietro De Palma