domenica 21 luglio 2024

Paul Halter: La tomba scomparsa (la Tombe Indienne, 2013) - Trad. Angelo Petrella. Il Giallo Mondadori N.3241 del Luglio 2024

 


 

Il Giallo Mondadori di Luglio 2024 propone La Tomba scomparsa (La Tombe Indienne) di Paul Halter, ventunesimo romanzo della serie con Alan Twist.

Non sapremo mai per quale motivo sia stato scelto proprio questo romanzo, invece che Les Meurtres de la salamandre o La Corde d'argent o Le Voyageur du passe', e per di più con questo romanzo si interruppe la pubblicazione dei romanzi di Halter da parte di Le Masque. Va da sè che un romanzo della serie di Alan Twist, in cui quello che dovrebbe essere il personaggio principale finisce per rivestire una parte neanche da comprimario ma da Guest Star, la dice lunga sulla tenuta del romanzo e sulle sue ambizioni. E' come se questo fosse stato concepito come il Canto del Cigno di Twist.

Nell'economia della serie, questo titolo si pone un po' come Inspector Queen's Own Case, il romanzo in cui i Queen fecero agire dall'inizio alla fine con funzioni da protagonista, un personaggio che da sempre era stato considerato in secondo piano, cioè il padre di Ellery, l'Ispettore Queen: qui infatti ad avere la parte di protagonista, una volta uscito di scena Archibald Hurst, è Briggs che è stato oscurato finanche nel romanzo precedente a questo, Le Voyageur du passè, dalla più ingombrante presenza del collega, Archibald Hurst. Infatti Twist ha ottant'anni, e appare nelle ultime 5 - 6 pagine, cioè nell'epilogo; Briggs sta preparando le carte del pensionamento, ed è il vero protagonista; Archibald Hurst è già pensionato.

William Rigg è ossessionato dalla scomparsa dei due cuginetti Sylvain e Lisette, avvenuta sette anni prima, nei boschi della Bretagna. Grazie ad una sensitiva, riesce a sapere che i due cuginetti sono stati uccisi e murati nella cantina della dimora di una famosa attrice ora sul viale inesorabile del tramonto, il cui cancello presenta due leoni uno di fronte all'altro con una doppia D.

William e la sua fidanzata Shirley Niven girano i paraggi a sud di Londra finchè individuano una tenuta che risponde a quando detto dalla chiaroveggente, e a questo punto mettono al corrente dei fatti l'ispettore Briggs di Scotland Yard, che esamina la posizione prima della chiaroveggente, e poi, non trovando nulla di sospetto, comincia la sua indagine. Per sapere se effettivamente risulti qualcosa di insolito nella cantina, ci vorrebbe che qualcuno si introducesse nella casa dell'attrice, e di questo si incarica la fidanzata di Rigg, che si propone come cameriera. Proprio lei, ottenuta la fiducia di Doreen Day, del maritoJohn Sutherland e dei figli, legittimi (Michael) ed acquisiti (Trevor, Aurore e Pamela, la prima cieca e la seconda muta), cerca di investigare: scopre che effettivamente due bambini, fratellini, Sylvestre e Annette, che avevano stessa età dei due cuginetti di William, furono adottati dall'attrice ma un giorno scomparvero e la loro stanza, al piano terra, è rimasta da allora vuota e chiusa. 

Briggs indaga, interroga gli abitanti della casa, riesce a pervenire in possesso dell'unica foto dei due bambini, da una famiglia amica dei Sutherland, e astabilire che si tratti effettivamente di Sylvain e Lisette, e allora rischiando il tutto per tutto, perquisiscono la dimora dei Sutherland e in cantina murati trovano gli scheletrini dei due bambini. A questo punto le indagini si infittiscono: tutti vengono interrogati, anche più volte. L'unica a cercare di depistare sembra essere proprio la Day, che poi viene trovata impiccata nella sua camera da letto, chiusa dall'interno. 

Sembrerebbe un classicio suicidio autoaccusatorio: ma degli strani graffi sul chiavistello, e degli sfilacci di lana viola, fanno propendere gli investigatopri verso un omicidio. La situazione precipita, quanto Pamela precipita dalla sua camera da letto.

Briggs, in un concitato finale, inchioderà un diabolico e folle assassino, mentre Twist nell'epilogo apparirà solo per giustificare il ruolo nella faccenda della veggente cinese.

Innazitutto il titolo: in poche occasioni come questa il titolo scelto per l'edizione italiana, mi sembra essere più azzeccato di quello dell'edizione originale. Infatti nella logica del romanzo, la Tomba Indiana, che poi sarebbe il titolo di un film in cui avrebbe recitato la padrona di casa, è ininfluente per trama e soluzione.

Non è certo un romanzo questo, in cui attorno ad un delitto impossibile, ruoti la trama : il delitto impossibile, sembra qui solo giustificare quasi il fatto che il romanzo faccia parte di quelli in cui appare Twist, anche se non è Twist ad agire. E non è il fatto principale del romanzo, in quanto esso è interamente rappresentato dalla scomparsa dei bambini. La casa coni suoi anfratti, una camera chiusa a chiave dove nessuno deve entrare, una cantina dove in una sezione muraria uno spietato assassino dopo averli uccisi ha murato i corpi di due bambini, sembrerebbero incanalare la trama in una da romanzo gotico. Ma dopo il ritrovamento degli scheletri, il ritmo e anche lo stesso andamento della trama, cambiano. Purtuttavia c'è una Camera Chiusa molto buona, con una discreta soluzione. Non a caso non è la sua soluzione fondamentale per il caso, perchè viene spiegata prima della fine. 

L'assassino non cade dal cielo e in questo Paul è uno scrittore molto classico, e quindi la soluzione è lineare e lascia soddisfatti; inoltre nella trama e nella soluzione, sono presenti vari aspetti che sono spesso presenti nei suoi romanzi, cioè il tema della follia, e la presenza di ragazzi. Anzi, se vogliamo, l'aspetto che caratterizza l'opera di Paul Halter, non è tanto il tanto blasonato Delitto Impossibile, di cui indubbiamente è un maestro, ma la presenza costante nei suoi romanzi di ragazzi o bambini, che nei romanzi polizieschi cosiddetti per adulti, laddove vi è un crimine e situazioni terribili, non sono mai presenti. Invece nei suoi romanzi, i ragazzi entrano spesso, sia nel ruolo di vittime sia anche in quello di carnefici. E' come se Halter, dopo che altri prima di lui avevano fatto cadere i tabù dell'omicida poliziotto (Leroux, Carr, Smith..), dell'omicida narratore (Christie), del giudice (Queen), avesse anche lui superato un tabù, ammettendo nella cerchia dei possibili assassini (e vittime) anche i bambini e i ragazzi, perchè essi nelle sue storie quasi mai vivono una vita infantile, ma sono quasi sempre degli adulti intrappolati in sembianze infantili. Anche qui ricorre questo tema: Sylvaine e Lisette, a 9 anni, dopo essersi perduti nella foresta bretone, ritornati a casa (dopo parecchio tmpo) e appreso che la loro madre si era trasferita in Africa, si imbarcano alla volta dell'Africa e si perdono nella foresta congolese, dove vengono tratti in salvo da Doreen Day che li adotta sotto falso nome, e li porta con sè a Londra.

Ma è questo, proprio questo il quid che mi ha lasciato perplesso e che ricorre anch'esso spesso nelle opere di Halter: la capacità di creare situazioni al limite del fantastico, che nella realtà di ogni giorno, ma anche in un romanzo di Carr, sarebbe difficile da accettare: è mai possibile che due bambini di 9 anni, si badi bene, per quanto intraprendenti possano essere, possano imbarcarsi da soli dalla Francia alla volta dell'Africa e arrivare in Congo, che non è poi proprio dietro l'angolo, perdendosi nella foresta e venendo trovati dalla Day? E' un po' la stessa situazione in cui in altro romanzo, un ragazzo porta dentro il suo zaino un cadavere ripiegato su se stesso, per poi inscenare una messinscena impossibile. E' come se delle situazioni che altri scarterebbero a priori, vengano utilizzate da Halter che crea nei suoi romanzi atmosfere particolari che in qualche modo si ammette, solo perchè è lui che le crea, in quanto si e' attirati da altri aspetti suoi peculiari: cioè le situazoni impossibili. Paul ha sempre questa tendenza. A creare delle storie in cui la comprensibilità delle azioni dei protagonisti è ovvia, ma solo per lui, cose che sono facilmente postulabili per lui, ma difficilmente accettabili da altri.

Però, se poi si va a confrontare nella sua interezza, un suo romanzo, con uno di Carr, queste situazioni, ammesse nei suoi romanzi solo perchè lui è Halter, fanno propendere la bilancia per l'altro. Perchè in Carr, la razionalità è sempre massima, mentre in Halter, la razionalità spesso si fonde all'irrazionalità, al fantastico: che qui è una coppia di bambini che si comportano come gli eroi delle favole francesi, Sylvain e Silvette.

I bambini murati citano Carr, ma anche lo stesso Halter, e in più Halter ammicca a Doris Day, Donald Sutherland, Fritz Lang, a Woolrich e a Rufus King. Insomma, sempre un bell'Halter, ma in certo modo dimesso. Perchè è come se voglia concludere definitivamente la parabola Twist.

Traduzione discreta (pesa la soluzione discutibile adottata e da me rifiutata in apposito post sul Blog del Giallo Mondadori).

Pietro De Palma