martedì 3 settembre 2024

Paul Harding : La torre delle tenebre (Candle Flame, 2014) - trad. Mauro Boncompagni. Il Giallo Mondadori N° 3242, 2024

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Dopo due anni, ecco un nuovo Paul Harding (pseudonimo di Paul Doherty), con Brother Athelstan. Va da sè che è la serie più pubblicata in Italia, quella di Athelstan. Oramai la serie di Kathryn Swinbrooke (firmata C. L. Grace), può dirsi virtualmente terminata, ferma com'è a vent'anni fa. Le due serie più prolifiche ad oggi sono quella appunto di Fratello Athelstan (firmata Paul Harding) che Mondadori ha pubblicato quasi interamente, mancando solo gli ultimi otto romanzi, e quella di Hugh Corbett di cui in Italia sono stati pubblicati quattro romanzi da Hobby & Work e uno solo da Mondadori, a fronte di una serie di 23 romanzi pubblicati. Ma vi sono molte altre serie (ricordiamo anche quella ambientata in Egitto, Saga Amerotke, di sette romanzi in tutto di cui ne furono pubblicati cinque da Mondadori ).

Anche questo nuovo romanzo dal titolo originale Candle Flame, precorre di qualche mese la grande rivolta del 1381, scoppiata nel maggio del 1381.

La storia è incentrata sulla Candle-Flame, una maestosa taverna, costruita col sangue delle spedizioni in Francia, nel corso delle quali il suo proprietario, l'oste Simon Thorne, era stato capitano degli Hobelar. 

Proprio questa taverna viene presa in affitto da uno dei due Ufficiali Esattori del Regno, Edmund Marsen, dal suo scriba Mauclerc, e dalla loro scorta armata formata da un capitano degli arcieri Hugh di Hornsey e da 5 arcieri. Marsen ordina ogni ben di Dio per lui, il suo scriba e anche per i suoi uomini, ma di notte accade qualcosa, di strano: la guardia di due arcieri fuori dal barbacane, è immobile (i due sono stati uccisi in men che non si dica e nessun rumore proviene dalla torre, che è chiusa dall'interno, sia la pesante porta, sia la finestrella, sia si vedrà la botola che da sul tetto). Qunado riescono ad entrare con un artificio dall'esterno delal finestrella, trovano un massacro: tutti passati a fil di spada, comprese due prostitute mezze nude. Manca solo Hugh di Hornsey che non si capisce dove sia andato e se sia stato lui a commettere la strage.

John di Gaunt incarica Fratello Athelstan e il Coroner di Londra, Sir John Cranston, di appurare come si siano svolti i fatti, chi sia stato ad uccidere i sette uomini e le due prostitute, e soprattutto abbia sottratto la cassa piena zeppa di oro e argento, che doveva portare  nuova liquidità nelle casse sovrane.

Athelstan dovrà muoversi in un ginepraio di sospetti, dovendo innanzitutto capire se la strage sia da addebitare a Beowulf, il misterioso assassino, che ruba e uccide i ricchi normanni, erede della tradizone sassone, che pare si sia alleato agli Uomini Retti, i rivoltosi che si stanno armando per una insurrezione che molti temono, e di cui fanno parte anche alcuni parrocchiani di Athelstan, tra cui Watkin e Pyke, oppure se ad uccidere gli uomini e a rubare il tesoro sia stato altro soggetto. Ma dovrà anche capire il ruolo di Fratello Roger, un francescano che si muove sullo sfondo di questa prossima ribellione, e di Marcel, un domenicano che Athelstan ha conosciuto, e che è diventato inquisitore, incaricato dal Pontefice di verificare la sostanza dell'eresia dei Lollardi e di Wycliffe. E dovrà anche scoprire chi ha ucciso un marinaio, in possesso di informazioni sulla flotta inglese nel Tamigi, e chi abbia ucciso prima Scrope, il medico chiamato per analizzare i cadaveri dei sette uomini uccisi dentro e fuori del Barbacane, e poi il menestrello Ronseval che seguiva Marsen e il capitano degli Arcieri Hugh di Hornsey, nella chiesa di Athelstan. E anche Lascelles, il braccio destro di Thibault, Magister Secretorum di John di Gaunt. 

E se tutto si inserisca in un vasto piano, perchè e come. Oltre tutto, non solo non si sa come l'assassino abbia ucciso i cinque uomini e le due prostitute nel Barbacane, evadendo a porte sprangate dall'interno, ma anche come abbia fatto ad uccidere Scrope trovato trafitto da un dardo di balestra nella sua stanza chiusa dall'interno.

In mezzo a peripezie di ogni genere, in cui anche gli Uprights Men e soprattutto John Strike, Simon Grindcobbe e Wat Tyler, si muovono sullo sfondo di un'alzata popolare sempre più temuta, Athelstan e Cranston, scopriranno assassini e assolveranno e condanneranno i responsabili dei vari fatti luttuosi descritti nel romanzo.

Gran bel romanzo di Doherty (e una bella prova di Mauro che traduce si può dire tutto): viene da dire, come faccia Doherty a sfornare talvolta uno due romanzi all'anno, che abbiano una struttura narrativa così complessa ! In sostanza qui abbiamo due assassini che agiscono ognuno per proprio conto, e le loro gesta sono facilmente separabili: il primo che opera la strage del Barbacane, lo fa essenzialmente per cupidigia, per impadronirsi dell'oro; il secondo, per motivi "politici" (sarebbe quello che oggi definiremmo un "terrorista"). Il primo uccide anche gli altri tre e quindi in sostanza uccide da solo 12 persone, il secondo uccide Lascelles, il braccio destro di Thibault, con un agguato, e tenta di uccidere lo stesso Thibault. E poi c'è una spia francese, che è un personaggio di rango; e poi anche l'eresia di Wycliffe e dei Lollardi. E riesce a creare un magnifico arazzo comune.

Le due camere chiuse non hanno grado uguale di comprensibilità e difficoltà: la prima è molto complessa e difficile da capire, quella del Barbacane, e oggettivamente a me pare che Doherty per spiegarla, si arrampichi sugli specchi; la seconda, è  geniale nella sua semplicità: si appaia a quelle tipo He Who Whispers di Carr o Envious Casca di Heyer, che però comtemplavano omicidi con stiletti sottilissimi; qui invece è il caso di un delitto perpetrato con un dardo da balestra. Proprio la presenza di una serratura con grossa chiave, mi aveva fatto venire in mente il delitto di The Judas Window di Carr, ma queato di Doherty è geniale (e quasi originale) perchè unisce due momenti distinti che assieme creano l'impossibilità. 

Per il resto si tratta di un altro dei fantastici romanzi di Doherty, dotati di una grandissima atmosfera data dalla sua quasi unica capacità di creare delle ambientazioni così vivide da far pensare che le abbia vissute personalmente quasi sia un Viaggiatore del tempo: non solo è un grandissimo romanziere e ha una penna duttilissima, ma è anche un grande storico, che conosce tutto del tempo, persino i costumi di vita, vorrei dire un Alessandro Barbero che scrive gialli. E questo mi da l'occasione di dire la mia sugli autori di gialli storici: ci sono tanti autori (Oddio degnissimi e bravissimi !) anche italiani, che scrivono romanzi storici, magari anche documentandosi prima ampiamente (come Carr), ma che non sono storici di professione, e poi ci sono storici che scrivono romanzi (come Eco o Doherty). Qual'è allora la differenza? Che i secondi inseriscono spesso nelle trattazioni dei particolari che solo loro conoscono o che sono di ardua rintracciabilità, che danno una freschezza unica alle trattazioni. In particolare Doherty, che ricordiamo si è specializzato in storia inglese a Liverpool e Oxford, ed è stato per trent'anni preside del Trinity College, l'istituto cattolico più ambito d'Inghilterra, qui inserisce  dei particolari sulla Peasant's Revolt del 1381: inserisce nel quadro inventato, ma che sarebbe potuto essere anche reale, alcuni degli interpreti di quella sollevazione, Wat Tyler, Jack Straw, con Simon Grindcobbe (ma chi è?) un personaggio inventato, che ricorda il William Grindcobbe, un altro dei capi della insurrezione, li fa interagire con gli eretici di Wycliffe (e del resto la critica storica ipotizza che Tyler e Ball nella lotro richiesta a Riccardo II di confisca dei beni ecclesiastici, fossero anche loro dei Lollardi); cita il Vescovo di Canterbury, Simon Sudbury, che fu poi realmente assassinato vicino alla Torre di Londra, dai rivoltosi. Cita soprattutto John di Gaunt, reggente d'Inghilterra e zio di Riccardo II, facendolo interagire con personaggi come Thibault, Magister Secretorum, assolutamente inventati, ma che sarebbero potuti essere realmente esisititi; cita gli Hobelar di Sir Walter Manny, personaggio realmente esistito. Insomma, conferisce un alto grado di verità a delle storie inventate, riuscendole ad inserire perfettamente nel quadro di avvenimenti stiorici, assolutamente veri (del resto Vermi della Terra, The Worms of the Earth, e Uomini Retti, The Uprights Men, erano davvero gli appellativi con cui erano conosciuti i rivoltosi).

Romanzo stupendo.


Pietro De Palma