Molti
anni fa, uno Speciale del Giallo Mondadori,dal titolo “L’Ultima Sfida”
(N.21 del Luglio 1999) presentò 2 romanzi della Camera Chiusa: uno già
famoso ai lettori italiani, “Gideon Fell e la gabbia mortale” (The Problem of the Wire Cage, 1939), di John Dickson Carr; ed un altro assai meno noto, “Identikit per un delitto antico” (A Child’s Garden of Death, 1975),
di Richard Forrest. Tale romanzo, era stato pubblicato, ventidue anni
prima, nella Collana Il Giallo Mondadori, col numero 1470, e siccome
aveva registrato un buon successo, era stato seguito da altri romanzi di Forrest
Questo romanzo fu inserito nella lista delle 99 migliori Camere Chiuse, proposta come appendice a Mystères à Huis Clos (Mysteries In Camera) Omnibus 2007, di Roland Lacourbe.
Ma chi era Richard Forrest?
Poche e scarne le notizie su di lui..
Richard Stockton Forrest,nacque l’8 maggio del 1932. Discendente di Richard Stockton , un firmatario della Dichiarazione d’Indipendenza, fu un dirigente assicurativo prima di diventare uno scrittore a tempo pieno. Visse a Old Saybrook, Connecticut, con la moglie e tre figli. In seguito si trasferì a Charlottsville, Virginia, dove morì il 14 marzo del 2005, all’età di settantadue anni.
Who Killed Mr Garland’s Misteress?, romanzo pubblicato nel 1974, senza personaggio fisso, fu nominato per un Edgar Speciale nel 1975, come “Best Paperback Original“. Utlizzò anche gli pseudonimi di Stockton Woods, Lee Evans, Rebecca Morgan.
Scrisse più di 24 romanzi – pubblicati in USA, UK, Giappone, Italia, Finlandia, Francia, Germania e Svezia – 8 dei quali basati sulla coppia Lyon e Bea Wentworth, di cui A Child’s Garden of Death, 1975, fu il primo.
Lyon Wentworth, è una
figura emblematica di detective: scrive libri per bambini, ama errare
per i cieli sul suo piccolo pallone aerostatico (mentre la moglie trema
di paura) ma nello stesso tempo ama risolvere degli enigmi.
Non v’è l’introduzione
tipica dei romanzi britannici, che descrive l’ambiente in cui si
muovono i personaggi tra i quali matura il delitto, ma il romanzo
comincia nel momento in cui vengono trovati i resti dei corpi: è da
questo momento che comincia l’indagine investigativa.
In una fossa, sulla
collina vicino a una strada, nel territorio attorno alla città di
Murphysville, vengono ritrovati i tre scheletri di un uomo, una donna, e
di quel che sembra una bambina. Accanto al piccolo scheletro vengono
ritrovati i resti imputriditi di una bambola con dei pattini,
probabilmente una delle bambole che rappresentavano la famosa
pattinatrice Sonja Henie.
Tuttavia qui finiscono
le tracce. E cosi, il capo della polizia locale, Rocco Herbert, chiama
in suo aiuto Lyon Wentworth, un amico scrittore di libri per bambini,
che si diletta in investigazioni.
Dai temi della guerra
in Corea i due si conoscono: il poliziotto era allora un capitano dei
Ranger, mentre Lyon era un agente dello spionaggio dell’esercito,
impegnato in operazioni in Estremo Oriente; da allora son stati sempre
insieme. Proprio Lyon suggerisce la pista da seguire: per lui questa
bambola, costituisce la spia di quando il delitto fu consumato: almeno
trenta, trentacinque anni prima. Infatti, tale bambola, anche piuttosto
costosa a suo tempo, era di moda agli inizi degli anni ’40; per di più,
il costo della stessa, convince che si trattasse di una famiglia non di
poveracci.
Rocco, che intravede
la possibilità di riuscire a risolvere un caso importante senza
interessare la Polizia dello Stato del Connecticut, alletta la curiosità
dell’amico, che è piuttosto restio a farsi coinvolgere, facendo leva
sul fatto che la bambina, che trent’anni prima era stata uccisa, dovesse
aver avuto più o meno la stessa età della figlia di Lyon, nel momento
in cui era morta, anni prima.
Lyon si mette al
lavoro: non capisce per quale motivo l’omicida avrebbe dovuto trascinare
tre cadaveri per una salita scoscesa esponendosi al rischio di essere
visto. Per questo, volendo esaminare il territorio, fa una passeggiata
“fra le nuvole”: con un pallone aerostatico che possiede, sorvola il
terreno, scattando delle foto, prima di finire su un par, durante una
partita di golf. Esaminandole assieme al poliziotto, scopre che
l’assassino avrebbe potuto trasportare i tre cadaveri direttamente sulla
cresta delle collina attraversando una strada che era servita tempo
prima per il trasporto di tronchi e che la collegava al lago: proprio
facendolo dragare, successivamente vengono trovate un’automobile del
1938 ed una roulotte dello stesso tempo, che confermano le ipotesi di
Lyon circa il tempo del triplice delitto.
Tuffandosi nel lago ed
esplorando al suo interno la roulotte, scoprono un libro infracidito
con una parola ancora leggibile sulla copertina: “Das”; due servizi di
piatti diversi, che rimandano a costumanze ebraiche; un set di strumenti
di precisione, da tecnici stampisti, e da ciò ricavano che chiunque
avesse usato quella roulotte sarebbe dovuto essere un operaio
specializzato, ebreo, di origini tedesche, quindi emigrato in America,
probabilmente impiegato da quelle parti, ad Hartford. Basandosi su
queste tenue supposizioni, ricostruiscono l’identità del tecnico ucciso
assieme alla moglie e alla figlia; di come fosse diventato un elemento
di spicco nelle officine aeronautiche trent’anni prima per il suo
attaccamento al dovere; ma anche di quanto incorruttibile fosse: si
chiamava Meyerson. E guarda caso una famiglia Meyerson risultava
scomparsa nel 1943: lui aveva lavorato presso la Houston Company e aveva
lasciato in banca un conto in banca di tremila dollari senza che
nessuno mai si fosse presentato a ritirarli.
Padrone della piccola
industria al tempo, poi diventato un magnate delle industrie
aeronautiche, è Asa Houston: egli si mette a disposizione della polizia.
E dà ordini ai suoi collaboratori di rispondere a tutte le domande
della polizia: è Graves, un suo collaboratore, a fornire dei rilievi
importanti: Meyerson era stato caporeparto. Un tizio in gamba. Ma poi –
dopo una rissa con un altro caporeparto di nome Bull Martin – era andato
via dalla città; e lui, Graves, era diventato a sua volta caporeparto.
Ricostruendo la storia
di Martin, ipotizzano che questi avrebbe potuto avere una relazione
sessuale con la moglie di Meyerson e da qui fosse originata la zuffa.
Martin è proprietario
di un ristorante con annesso night, nel quale si svolgono spettacoli di
strip-tease, ma anche orge. Rocco interroga Martin, restio a fornirgli
informazioni, ricorrendo anche alle maniere forti e ottiene la
confessione che sì lui aveva conosciuto Meyerson, e che si era portato a
letto la moglie. Rocco, che si illude di avere per il mattino seguente
la piena confessione di Martin, nella notte finisce investito da un’auto
pirata, e si trova a combattere contro la morte. Toccherà poi allo
stesso Lyon, essere sparato da un ignoto killer armato di un fucile:
Lyon, per il rotto della cuffia, scamperà alla morte, e riuscirà persino
ad uccidere il suo assalitore, scoprendo che si tratta di Martin.
Tutto finito? Per
Rocco sì: secondo lui è stato Martin a tentare di ucciderlo e ad aver
tentato la stessa cosa con l’amico, perché aveva ucciso lui i Meyerson.
Per Lyon invece la verità è più complessa: Martin in punto di morte non
gli ha confessato di aver ucciso Meyerson e famiglia, ma solo di aver
avuto una relazione extraconiugale con la moglie di lui e di aver
cercato di massacrarlo di botte molti anni prima. Solo questo. In verità
i suoi sospetti su un possibile ricatto di Bull Martin si rafforzano
allorché la moglie di Asa cerca in tutti i modi, ricompensandolo con
5000 dollari, di chiudere la faccenda, tentando di fargli accettare che
proprio Bull Martin fosse stato ad uccidere i Meyerson. Questo tentativo
di corruzione, lo convince a investigare più a fondo, scoprendo che
l’industria di Asa, trent’anni prima costruiva motori per aerei caccia e
bombardieri.
Dopo indagini serrate,
Lyon scopre una vicenda di corruzione, che aveva riguardato una
commessa per l’aeronautica militare, risalente al tempo in cui la
famiglia Meyerson era stata trucidata, di motori di aerei, risultati poi
difettosi. E, partendo dal fatto che Martin anni prima, fosse riuscito
un bel giorno, così quasi per incanto, senza aver mai avuto il becco di
un quattrino, a creare un ristorante dal nulla, disponendo subito di
molti soldi, Lyon ricostruisce un ricatto. Chi Martin avrebbe potuto
ricattare?
Prima che possa
arrivare all’identità del ricattato, Lyon scopre un altro ricattatore:
Cyprus Coop, un ispettore governativo, che aveva preferito non rivelare
che i motori dei B-24 fossero difettosi, in cambio di soldi datigli da
Asa, tanti da acquistare una bella villa ed uno yacht. A distanza di
tanti anni, Coop, che era stato già contattato da Lyon a proposito del
suo incarico governativo presso le Industrie Houston durante la guerra,
rivela di aver estorto ad Asa, un assegno extra: Coop ha un tumore
maligno e sa di essere alla fine, ma la moglie non lo sa. Egli le vuole
risparmiare quello è il suo calvario; e per non soffrire, in alto mare,
fuori da sguardi indiscreti, assume morfina. Con i soldi extra di Asa,
vorrebbe assicurare alla moglie qualche anno di serenità economica.
Asa è l’assassino dei
Meyerson? Messo in difficoltà dalla ricostruzione di Lyon, Asa ammette
che aveva tentato invano di pagare il silenzio di Meyerson, ma nega di
esserne l’assassino. Purtuttavia è pronto a fare qualsiasi cosa perché
il nome degli Houston non venga infangato, e che non abbia a risentirne
la bella moglie Helen, già ingegnere presso la sua stessa compagnia.
Lyon lo aggredisce ma
viene cacciato dalle guardie della sicurezza.L’indomani mattina Lyon
apprenderà che Asa si è ucciso: è stato trovato con una pistola accanto,
ed un registratore in funzione con quello che pare un testamento
spirituale, nella suo studio chiuso dall’interno.
Lo studio ha due
ingressi: quello principale ed uno secondario, entrambi chiusi. Proprio
la porta chiusa dall’interno esclude che sia avvalorata altra ipotesi,
quella dell’omicidio. Ma un rumore sospetto durante la registrazione del
nastro, convince Lyon di un abilissimo tentativo di depistaggio e
quindi dell’ipotesi più remota, di omicidio.
Come avrà fatto l’omicida a uscire dalla stanza? E chi sarà mai?
In un finale convulso,
verrà prima ipotizzata una spiegazione altamente tecnologica della
Camera Chiusa, poi un’altra meno d’effetto, ma definitiva, che
inchioderà il vero assassino.
Romanzo veramente
notevole, l’opera prima del ciclo Lyon & Bea Wentworth, di Richard
Forrest, è un romanzo ibrido, che mischia azione e indagine, hard-boiled
e giallo classico, in un connubio senza sbavature, di forte intensità.
La trama, serrata, si
snoda senza pause: per essere una delle sue primissime opere, la
riuscita è veramente eccezionale. Non so se il ritmo forsennato, in
talune sezioni, sia stato raggiunto, eliminando, in un secondo tempo,
delle parti ritenute inutili oppure scrivendo il tutto, di getto. Certo è
che lo sviluppo del plot si snoda su una girandola di trovate che
lasciano il lettore assolutamente incapace di formulare una qualche
ipotesi personale, tanto l’azione investigativa è rapida e nello stesso
tempo risolutiva.
Parrebbe che lo stile
fosse quello di un Pronzini già maturo, o anche di un Kaminski,
scrittori in cui l’Hard-boiled di fondo si sviluppa su una base ancora
classicamente Mystery: solo che in questi autori, spesso si nota una
certa auto-ironia ed un umorismo sottile, che stemperano il dramma
narrato. Nel romanzo di Forrest, invece, l’umorismo e l’ironia mancano
del tutto: è la rappresentazione di una tragedia, con un prologo, uno
sviluppo ed una conclusione altrettanto drammatica, in cui il dolore, la
rabbia, la volontà di fare giustizia, sono espressioni cieche sorte
alla vista dei resti di una bambina, a cui, come quella di Lyon morta
anni prima, è stata negata l’infanzia e la vita. Del resto tra i due,
solo Pronzini ha cominciato a scrivere prima del romanzo di Forrest. Ma
siccome la prosa di Forrest è molto dolente, sembrerebbe derivata, a mio
parere, più da quella di Jonathan Latimer, autore che mischiava azione
ad una detection di stampo classico, e in cui mancava qualsiasi umorismo
ed anche autocompiacimento. Tuttavia il Crane di Latimer era un
detective privato ancora parecchio hammettiano, che risolveva enigmi per
campare; il Lyon Wentworth di Forrest, invece, non risolve misteri per
vivere, ma più per pensare ad altro che non ai suoi tristi ricordi.
Per di più la Camera
Chiusa, intorno alla quale non gira l’intero romanzo, ma solo la sua
conclusione, è veramente notevole: non solo per la sua complessità, con
una soluzione sbagliata che porterebbe all’individuazione di un certo
assassino, seguita dalla soluzione esatta, che reca invece
all’individuazione di un diverso colpevole, questa volta giusto; ma
anche per la natura stessa della tecnica della soluzione. Ci troviamo
dinanzi, ad una soluzione iper-tecnologica, che proprio per la sua
complessità verrà poi accantonata, sulla base di una contro-deduzione
che metterà in luce come la vittima avesse già previsto la possibilità
che la porta potesse essere aperta e violato il suo studio con tutti i
suoi segreti, e che pertanto avesse schermato la porta contro un
tentativo del genere; e che verrà invece seguita da una soluzione molto
più semplice, ma nel tempo stesso che non avrà alcuna falla nella sua
costruzione. Soluzioni di questo genere, create per spiegare Camere
altamente tecnologiche, verranno anni dopo elaborate da Herbert
Resnicow: in Forrest ne troviamo la prima espressione.
A ragione, mi vien da dire, venne inserita nella Lista di Lacourbe!
Pietro De Palma
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