Nuovo appuntamento con Anthony Berkeley, questa volta su questo blog e la ragione è semplice: per quanto nessuno lo dica, The Piccadilly Murder, tradotto in Italia come Caffè al veleno a Piccadilly, è un romanzo con un delitto impossibile, anzi "un signor romanzo con delitto impossibile", probabilmente un capolavoro, il secondo capolavoro del 1929, quando il primo, lo ricordo, era stato il celeberrimo The Poisoned Chocolates Case. E con quest'ultimo, The Piccadilly Murder, ha in comune due personaggi: Ambrose Chitterwick, uno dei sei appartenenti al Club del Crimine (un club immaginario, ma neanche tanto, che sembra rieccheggiare Il Detection Club, da lui fondato nel 1928), quello che conclude con la sua, la serie delle sei ipotesi che stanno alla base del romanzo, individuando l'omicida (lui che prima di elaborarla è solo un personaggio insignificante, ma dopo viene accreditato dai suoi compagni di club, quale un criminologo) e l'Ispettore Capo Moresby di Scotland Yard; e un avvelenamento. In sostanza The Piccadilly Murder, concede la parte di primo attore, e i riflettori per tutto il romanzo, all'amico di Sherringham, il mite ed impacciato Chitterwick, che aveva saputo risolvere il Caso dei cioccolatini avvelenati. E la dimostrazione del suo ingegno, è proprio questo romanzo (e Trial and Error, che apparirà prossimamente in Italia, finalmente tradotto): è come se Berkeley, non volendo inflazionare troppo la figura di Sherringham, avesse voluto sostituire ad essa quella di Chitterwick, riconoscendone la portata e il valore, in un caso in cui, ancora una volta, si parla di avvelenamento.
Ambrose Chitterwick, è nella sala del Piccadilly Palace Hotel (uno dei più lussuosi hotel di Londra), ed è intento a sorseggiare un caffè, quando la sua attenzione si fissa su una signora anziana, e sul suo ospite, un tizio coi capelli rossi, che all'interesse di Chitterwick replica con maligni sguardi. Tra l'altro pare che armeggi con una tazza di caffè. Ad un certo punto Chitterwick viene contattato da una cameriera a causa di una telefonata per lui, che si rivela falsa. Quando ritorna al suo posto, l'uomo è scomparso, e la donna è assopita. Come guidato da un sesto senso, Chitterwick va a vedere casomai si senta male , accorgendosi che invece è morta, e dal fatto che aleggia un odore di mandorle amare, ipotizza un avvelenamento con acido cianidrico. Chiede con insistenza il direttore, e gli intima di mettersi in contatto con la polizia, anzi con Scotland Yard, e siccome vorrebbero chiamare la Polizia metropolitana pensando ad un suicidio, visto che sul tavolino è presente solo la sua tazzina di caffè, lui chiama Moresby, Ispettore Capo di Scotland Yard che aveva conosciuto già nel Caso dei Cioccolatini Avvelenati. Ovviamente anche Moresby si ricorda di lui, l'amico di Roger Sherringham. E quindi Ambrose gli esprime le sue perplessità, sulla presenza di un uomo al tavolo della signora e di una tazzina da caffeè scomparsa. Oltretutto nella mano della vittima è stata trovata una fiala, ma non stretta ma adagiata, come se fosse stata messa dopo la morte. Chi è il misterioso uomo? Da una lettera che trovano nella borsetta, attraverso un ragionamento si è portati a pensare che sia Lynn Sinclair nipote di Miss Sinclair , la vittima, donna che aveva ereditato un notevole patrimonio, il cui unico erede è appunto Lynn. Lynn, viene arrestato nella sala : è lui l'accompagnatore dai capelli rossi. In seguito a tutta una serie di prove, quella testimoniale di Chitterwick, e quella fattuale (le impronte chiarissime dell'uomo sulla fialetta contenente resti di acido prussico). Lynn viene arrestato e accusato di omicidio premeditato. Il testimone a carico dell'accusa è Chitterwick. Ad un certo punto però inaspettatamente, dopo esser stato invitato a casa di una duchessa, Lady Milborne, che lo attira falsamente dicendo di essere stata compagna della zia di Ambrose, conosce il fratello di lei, detto Pulcino, che è amico strettissimo di Judy Sinclair, e la stessa moglie di Lynn. Messo alle strette, e implorato sia da Lord Milborne che da Lady Milborne e da Pulcino e ovviamente da Judy, Chitterwick, pur sapendo che dovrà testimoniare quanto visto, intraprende una indagine, coadiuvato da Judy e da Pulcino (Pulcino è innamorato di Judy e farebbe qualsiasi cosa per farla felice, anche salvare la vita di suo marito), per dimostrare l'innocenza di Lynn, in una strenua battaglia contro i mulini a vento.
Riesce ben presto a scoprire dalla testimonianza di una cameriera, che sul tavolino era stato visto anche un bicchierino di liquore, che poi era scomparso; che la Signorina Groole, dama di compagnia di Miss Sinclair, usa un paio di occhiali falsi privi di lenti ottiche; che il caffè non era stato il mezzo usato per uccidere, perchè altrimenti la signora sarebbe morta sotto i suoi occhi presente l'uomo, essendo il veleno in quantità tale da provocare la morte in rapidissimo tempo; che la cameriera che era venuto a chiamarlo, non esisteva; che qualcuno doveva aver preso una stanza dell'hotel per travestirsi.
Ci sono quindi due persone che hanno concorso ad uccidere. Una sembrerebbe chiara, e anche l'altra ad un certo punto. Ma dopo che l'unico nipote oltre Lynn della vittima è ritornato dall'America, con lo scopo di difendere il cugino, Chitterwick, prima pensa ad una persona, per poi fare marcia indietro e individuare la mente diabolica che ha ucciso Miss Synclair, e che probabilmente se non fosse stata fermata avrebbe ucciso ancora, fino al raggiungimento del suo fine ultimo.
Il romanzo, è una perla. Indimenticabile, è uno dei migliori romanzi in assoluto di Berkeley. Si nota subito come tra le letture ispiratrici di Berkeley, vi sia stato un racconto di Chesterton (The Invisible Man). Perchè? Il racconto è basato su un delitto impossibile, e la spiegazione di The Invisible Man è alla base poi del ragionamento di Chitterwick, che demolisce la testimonianza di quattro testimoni trovati da Moresby nella sala del Piccadilly, che giurano che nessuno si è avvicinato al tavolino della vittima dopo che l'uomo che stava con lei è andato via. Proprio perchè chi si era avvicinato faceva parte del contesto della sala: non era qualche persona estranea al personale, ma ne faceva parte. E quindi è come se fosse stato invisibile agli occhi dei testimoni, che affermavano che nessuno (oltre il personale che loro non consideravano) si era avvicinato al tavolino. Il problema è però: chi è la cameriera sotto mentite spoglie che ha portato il liquore al tavolo? E che poi l'ha portato via?
Il personaggio di Chitterwick è delineato amabilmente, nella sua goffagine e nella dimensione di un uomo qualunque, che ha un solo hobby: fare il detective dilettante, con una personale raccolta dei dati dei più celebri casi di omicidio e degli assassini, anche per fuggire il grigiore di una vita passata con una zia pestifera. Fin quando vive quest'hobby, è deriso dalla zia, ma quando comincia la sua ricostruzione degli avvenimenti al fine di salvare il presunto omicida dalla forca, per il solo fatto che sia stato accolto dalla nobiltà, dalla zia viene rivalutato, e vive il suo momento maggiore di gloria, quando in effetti salva Lynn. Stilisticamente Ambrose è l'antitesi di Roger Sherringham: laddove Sherringham è il detective dilettante à la page, scrittore famoso nel bel mondo, ma che con la penna di Berkeley è caricaturizzato, Chitterwick a sua volta, che è la caricatura di uno scapolo della borghesia agiata, goffo e imbranato, nella realtà dell'indagine poliziesca, dimostra di essere un personaggio di grande caratura. E' un po' la rivalsa, dell'uomo mite, che vive nell'anonimato di una vita sempre eguale, ma che in un determinato momento sa sfoggiare la parte nascosta di sè, che lo qualifica un Super uomo.
Il romanzo è diviso in due parti ben distinte: una prima parte molto corposa, che corrisponde ai 4/5 della trama, dominata dall'indagine di Chitterwick e dalle deduzioni che egli fa sulla base degli indizi raccolti su come il delitto deve essere stato concepito, ed una seconda parte, molto più snella in cui le supposizioni riguardano i colpevoli. In sostanza, sembrerebbe fino all'inizio della seconda parte, che il romanzo non sia un whodunnit, ma un howdunnit, in quanto nel caso l'assassino non sia il marito di Judy, è chiaro (ma non lo si dice) che il più probaile ad avere ucciso Miss Sinclair per ereditare (il famoso Cui Prodest), sia l'altro cugino, quello che a parole rigetta l'eredità perchè vuole salvare Lynn. E quindi, si congettura e si ipotizza, quale possa essere stato il modus agendi di chi ha ucciso, se il cugino americano o la sua complice travestita da cameriera, ricostruendo un delitto che sembrava impossibile: come avrebbe fatto a morire solo dopo che Chitterwick era stato allontanato con un pretesto dalla sala, se il veleno come diceva lo stesso Ambrose e sostiene la polizia, fosse stato messo nel caffe? In questo caso la morte sarebbe stata quasi istantanea, ed invece fin quando Ambrose si era allontanato, la signora stava sorseggiando il caffè senza che dimostrasse di stare male. E allora come era stato possibile? E chi aveva messo della signora ormai morta, la fiala? E dov'era finito il fantomatico bicchierino di liquore?
Il romanzo è l'apoteosi del depistaggio e delle soluzioni multiple, di quella che in americano si dice misdirection, della creazione di false piste che dovrebbero portare a determinati risultati, ma che poi vengono abbandonate con un effetto sorpresa, che invece privilegia altre direzioni, altri indizi e altri colpevoli. In fin dei conti, era lo stesso modo di procedere adottato da Berkeley per il primo dei romanzi del 1929: in ambedue, sono contemplate delle soluzioni multiple ( si può pensare ad una coppia di romanzi inscindibili e legati oltre che da una straordinaria trama basata su avvelenamento, anche a personaggi presenti in ambedue, anche da una serie di soluzioni multiple assoluamente entusiasmanti e coivolgenti). Un po' quello che si dirà per Christianna Brand, molto tempo dopo: la regina dei romanzi dalle molteplici soluzioni. Non è un caso che citi la Brand, perchè parecchi non sanno che lei provò, quale appartenente al Detection Club (e quindi nella fantasia al Club del Crimine), a dare una settima deduzione in relazione a The Poisoned Chocolates Case, che non tutti sanno fu anticipato dal racconto The Avenging Chance (che però curiosamente fu pubblicato dopo il romanzo), la cui trama era la stessa del romanzo ma la cui soluzione era solo quella di Sherringham (la settima deduzione di Christiana Brand e un'ottava in cui si è cimentato lo stesso Martin Edwards, che firma l'Introduzione al romanzo, sono contenuti in quanto allegati, all'edizione di The Poisoned Chocolates Case, della British Library Crime Classics). Con uno stile che mischia ironia, leggerezza e acume sopraffino, Berkeley riesce a portare alla fine il lettore, sorprendendolo con una soluzione, che individua non uno, non due ma tre personaggi coinvolti nella messinscena, che agiscono in due differenti modi e tempi, in cui uno dei tre costrituisce una sorta di cerniera tra gli altri due: è in sostanza un doppiogiochista che trasforma una certa rappresenzatione in un'altra, ma a sua insaputa.
Un capolavoro di inventiva.
Pietro De Palma
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