L’editoriale a firma Franco Forte, pubblicato il 13
gennaio sul Blog del Giallo Mondadori, ha dimostrato, per chi non se ne fosse
ancora accorto, che, nel settore da edicola delle testate mondadoriane
destinate al genere poliziesco, qualcosa è cambiato.
Innazitutto dimostrerebbe che la posizione di
Editor, responsabile della “politica editoriale” delle pubblicazioni, si sia
notevolmente rafforzata: che mi ricordi, infatti, Franco Forte non era mai
sceso in campo, nonostante tenesse il timone da almeno quattro anni, a
differenza delle tante volte in cui aveva invece “parlato” ai lettori Sergio
Altieri. Il fatto che per alcuni anni materialmente non si fosse mai
presentato, poteva significare che non era sicuro, che voleva essere cauto; il
fatto che ora invece esca allo scoperto potrebbe significare il contrario:
l’acquisizione di una posizione netta e ben definita, che probabilmente si
coniuga ad un certo successo (dice lui) e quindi un rafforzamento delle sue
funzioni e delle sue scelte editoriali.
Uso il condizionale, perchè nel mondo editoriale di
oggi, dominato ancora da una acuta crisi,
se un Editor è dato a 100 oggi non è detto che tale sia domani.
Da ciò deriva che probabilmente la soluzione dei due
romanzi mensili rimarrà fisso per molto tempo, almeno fino a quando un nuovo
boom delle vendite non convincerà qualcuno ad allargare l’offerta e magari
variegarla: è quello che ci auguriamo tutti.
Ma fino ad allora…avremo un Classico, che presenterà delle ristampe, e
un Giallo che presenterà degli inediti, e con la cui formula ci proporranno
anche delle antologie di racconti, che in passato era uso fossero presentati
dalle raccolte stagionali di “Ellery Queen presenta” e poi dai Super Gialli.
Già in passato i Classici presentavano solo ed
esclusivamente ristampe: negli anni ’70, erano il modo per ripresentare delle
traduzioni desuete, risalenti magari anche agli anni delle parate oceaniche e
dei saluti romani, e tuttavia rinfrescate. Solo in un secondo tempo, negli anni
’90, ampliarono la loro proposta diventando una specie di ibrido: presentavano
sempre ristampe, ma affiancandole a proposizione di inediti oppure di vecchi titoli ma con traduzioni nuove e
magari integrali. Così ne I Classici del Giallo Mondadori, se in origine il
termine Classico aveva in sé il significato di “perfetto, eccellente, tale da poter servire come modello di un genere”,
in seguito diventò sinonimo di
“tradizionale”, contrapposto ad altri generi più moderni, rappresentati
invece dalle proposte de I Gialli Mondadori. Fino ad arrivare ad un paradosso:
dalla metà degli anni ’90, in una continua gara nel proporre nuovi titoli e
nuovi autori, i Classici persero la loro connotazione di vetrina di ristampe e
molto spesso presentarono inediti che facevano da contraltare a quelli dei
Gialli. Così se in origine sul Giallo Mondadori, negli anni ’70 per esempio
erano stati presentati romanzi inediti di grandi autori (Agatha Christie, Ngaio
Marsh, Christianna Brand, Fredric Brown, etc…), in un secondo tempo si acquisì
la tendenza a contrapporre l’inedito appartenente ad un tempo non contemporaneo
ne I Classici, e l’inedito anche di
Giallo Classico cioè tradizionale o di altri generi ne Il Giallo Mondadori.
Fino a quando non si generò una confusione: mi ricordo che per esempio gli
Halter, in un primo tempo erano solo pubblicati ne Il Giallo –in quando di
autore contemporaneo e classico – poi, invece, lo furono anche nella Collana
dei Classici: probabilmente, nel momento in cui lo si inserì nel novero degli
autori che rinverdivano i fasti del passato, e quindi fu considerato una sorta
di manierista contemporaneo.
Ho parlato degli Halter perché questi saranno i
romanzi che non vedremo per qualche tempo.
Se uno dice Halter a cosa pensa? Camere Chiuse, Delitti Impossibili, atmosfere
sovrannaturali. Beh, la mancanza di Halter ancora per il 2016, significa che l’amante
delle Camere Chiuse potrà appagare i suoi “istinti” così maltrattati dall’odierna
dirigenza, affidandosi alla Casa Editrice Polillo, che ne ha sfornate
parecchie, dalla fondazione della sua collana più ammirata, “ I Bassotti”. L’unico sfogo mondadoriano del 2016, sarà Il Segreto del Milionario di Helen Reilly,
previsto per il mese prossimo, un gran bel romanzo, la cui ultima edizione
risale a I Capolavori del Giallo, anni ’50, però ampiamente tagliato. Nel caso
si volesse la traduzione integrale si dovrebbe andare con la mente ai mitici
Libri Gialli anteguerra. Rivelo uno scoop: parlando ieri, domenica 17 gennaio
con Mauro Boncompagni, curatore della collana de I Classici del Giallo
Mondadori, egli mi ha detto che ha raccomandato di pubblicare la versione
originale de I Libri Gialli. Se così fosse…preparatevi a correre alle edicole i
prossimi giorni di febbraio e acquistare la vostra copia. Uso la forma
ipotetica, perché anche in altra occasione, Mauro aveva raccomandato di fare
qualcosa e non è accaduta: quando fu ripubblicato Poison In Jest, “Piazza Pulita” di John Dickson Carr, la
raccomandazione concerneva la possibile integrazione delle parti mancanti ed il rinfrescamento della traduzione..
Si sa che io sono un Halteriano di ferro, e quindi
mi aspettavo una maggiore considerazione nei suoi confronti. Che del resto si è
persa man mano, nel passaggio da Sandrone Dazieri, agli editor che lo hanno
seguito. Dazieri fu l’Editor sotto il quale il romanziere francese esplose
letteralmente (mi ricordo anche tre romanzi ad anno, un po’ quello che è
accaduto in tempi recenti con la Bowen) mercè l’appassionata difesa di Igor Longo
che, dal momento in cui Marianna Basile non potè più per ragioni di salute curarne
le traduzioni (aveva tradotto La quarta
porta, Testa di Tigre, Il Cerchio Invisibile), si occupò sempre della
traduzione di tutti i romanzi dello scrittore alsaziano. Va detto, ad onor del
vero, che a proporre la traduzione dei romanzi di Halter fu proprio Igor Longo,
che ne fu quindi lo scopritore per Mondadori (per quanto io sappia).
Tempo fa Paul, che ho intervistato circa un anno e
mezzo fa, mi disse che i diritti di due suoi romanzi erano stati acquisiti da
Mondadori, cioè Meurtre dans
un manoir anglais del 1998, e L'homme qui
aimait les nuages, del 1999. Da allora non si è saputo più nulla, e se
qualcuno nutriva la vaga supposizione che uno di questi due romanzi, finalmente
sarebbe stato pubblicato nel corrente anno, ora ha potuto appurare che la sua
vaga speranza è stata rimandata di non so quanto tempo: certamente di un altro
anno, se non…
E’ anche vero però che quando fu scoperto, e
nessuno lo conosceva in Italia, di romanzi da pubblicare ce n’erano tanti. E
guarda caso si puntò, furbescamente, su quelli che avrebbero potuto far
esplodere la serie, i migliori: uscirono, quando ancora Il Giallo adottava il
formato paperback con due colonne per ogni pagina, La quatrième porte, considerato il capolavoro di Halter, e La tête
du tigre, entrambi pubblicati nel 1995. E poi a seguire gli altri: Le
cercle invisible e L'image
trouble nel 1997, La mort vous invite e A 139 pas de la mort
nel 1998, Le crime de Dédale e Le
brouillard rouge nel 1999, e così via.
In teoria, del ciclo di Alan Twist, che è quello maggiormente conosciuto
in Italia, compresi i due romanzi a me citati da Halter stesso, da pubblicare
in Italia, ce ne sarebbero ancora 8; e 12 con o senza altro personaggio fisso.
In tutto altri venti romanzi!
Venti!
Il fatto che non li si
pubblichino più significa due cose alternativamente:
o che Igor Longo abbia
perso il peso che aveva un tempo in seno alla Redazione del Giallo Mondadori
oppure che il romanziere francese non venda più.
Francamente la seconda
ipotesi sarebbe un assurdo, se davvero fosse così , perché in altre parti del
mondo, Paul è letteralmente venerato:
pochi giorni fa, il mio amico John Pugmire ha messo in vendita in USA il
romanzo da lui tradotto, La Mort vous invite da noi pubblicato nel 1998
sotto il titolo “Le mani bruciate”. E il fatto che Halter, appena finisca di
scrivere dei racconti, essi vengano immediatamente pubblicati su EQMM, dimostra
la validità dell’autore. Quindi…mi verrebbe da dire che la prima ipotesi è
quella più fondata: per qualche ragione, Igor Longo ha perso aderenze nella
redazione. E in fin dei conti, non solo il sottoscritto, ma anche John, Roland
Lacourbe, Philipp Fooz e tanti altri non lo sentono da parecchio tempo,
compreso Mauro Boncompagni, più o meno dagli stessi tempi da cui non lo sento
più io. Persino Giulio Leoni, che era anche suo amico, me ne chiese notizie.
Perdendo in sostanza un
difensore, Halter ha perso in Italia chi ne perorasse la pubblicazione delle
opere. Questo ritengo, salvo errori di cui chiederei ammenda. Ma al momento non
c’è altro da pensare.
Un’altra ipotesi, spinge in altra direzione per
spiegare il progressivo disaffezionamento della Mondadori da inediti,
concernenti Camere Chiuse e Delitti Impossibili, tutti romanzi con Plot molto
tenebrosi e pesanti (anche se gli Halter, narrativamente parlando, sono sempre parecchio
leggeri, come tutti i romanzi francesi del genere, esclusioni fatte ovviamente
per alcuni romanzi di Vindry): il fatto che, statistiche alla mano, il bacino
di utenza del pubblico mondadoriano si è spostato verso una quota consistente
di pubblico femminile, che apprezza particolarmente le storie gialle ma
brillanti, tipo Bowen, o quelle edoardiane e consimili, tipo Perry. E quindi,
ovviamente, se il salumiere vende il culatello ed il pubblico richiede lo speck,
prima o poi, se non vuole chiudere “baracca e burattini”, vedrai che a fianco
del culatello, il salumiere venderà anche lo speck.
Comunque sia, anche se si stima circa un 70% di
pubblico femminile tra i lettori dei Gialli mondadoriani ( e questo
spiegherebbe il perché del tracollo della gestione Altieri che puntava verso
prodotti “molto duri”, cioè i romanzi degli autori italiani, cloni di Stefano
De Marino), non si può per forza attribuire a tutto quel 70% gli stessi
identici gusti: so per certo, per esempio, che ci sono parecchie lettrici a cui
piacciono i Romanzi delle Camere Chiuse, giacchè sono anobiane, ed io in Anobii
da anni ci sguazzo.
Devo proprio chiedere a Paul se qualcuno dei suoi
romanzi non ancora pubblicati in Italia (non credo che ne vedremo più), sia
venduto anche in ebook. La forma digitale, infatti, darebbe a noi lettori
italiani la possibilità di tradurre, per chi non lo sappia fare direttamente a
mente, tramite i supporti adatti, cioè i traduttori on line o quelli a
pagamento, tipo Babylon , la possibilità di leggere i suoi romanzi, forse in un
italiano molto raffazzonato, come è quello dei traduttori, ma certamente
capibile.
In attesa di ciò consiglio a chi ne avesse letti
pochi, di frugare tutti i negozi di libri usati e fumetterie che vendano
gialli, perché solo lì è possibile ancora trovare Halter di parecchi anni fa.
Del resto il discorso fatto per il mio amico Paul,
vale anche per Doherty, i cui romanzi sono stati ampiamente pubblicati fino a
sette otto anni fa, poi…la nebbia.
Anche per Doherty vale per me l’ipotesi che
Igor abbia perso terreno nell’influenza sulle scelte direttoriali. E questo è
una grande sconfitta per tutti noi, perchè assicurava, finchè è stato un
consigliere molto apprezzato, un parco di titoli del tipo che piace a noi
tutti.
E Doherty piaceva molto in Italia. E soddisfaceva
anche il pubblico a cui piace il giallo storico, oltre che quello cui piacciono
le Camere Chiuse.
Igor Longo ha perso terreno, io penso, anche perchè coloro che lo appoggiavano sono venuti meno. E quindi è rimasto solo a combattere da solo contro i mulini a vento. Io credo che occorre a questo punto che noi tutti gli diamo una mano, perchè a Igor Longo si chieda di uscire dal solitario eremo in cui si è rinchiuso.
Quale alternativa abbiamo? Di farci sentire a gran voce. Come? Inviando email al Giallo Mondadori.Vi posso assicurare che
quando arrivano le email, vengono lette alla Mondadori. Molti anni fa,
quando già cominciavano a latitare gli Halter, ne scrissi due di lettere
email e seppi che erano state lette e commentate. Oltre ovviamente
quella che inviai all'epoca di Sandrone Dazieri, cui mi rispose lui
stesso e mi indicò come pormi in contatto con Igor Longo.
Scriviamo tutti a giallomondadori@mondadori.it (non scrivete sul Blog chiedendo le stesse cose, perchè Forte lì non partecipa e vi risponderebbero i soliti, quelli che paludono a scena aperta a tutto quello che fanno i responsabili, e quindi la vostra richiesta morirebbe lì) e
facciamo sentire anche la nostra voce in merito alla programmazione poliziesca da edicola. Così i responsabili non
leggeranno solo richieste a furor di
popolo di Bowen e Gardner (a patto poi che sia effettivamente vero), ma anche di Halter e Doherty.
Chissà, allora, che qualcuno non si ricordi anche di
noi.
Pietro
De Palma
Fatto, più che giusta la petizione lanciata da Piero.
RispondiEliminaTi ringrazio come ringrazio tutti coloro che vorranno rispondere al mio appello. Puoi farti tramite di esso presso persone che tu conosci e io no? Grazie
RispondiElimina