Per chi come me ha problemi di dieta, le palestre e
un regime salutistico sono da sempre uno spauracchio: si vorrebbe avere sin
dalla nascita un fisico tale che qualche pizza in più non significhi per forza
un peso maggiore, un metabolismo efficiente e accelerato così da smaltire il
grasso in eccesso, però poi immancabilmente si ricade nel richiamo della gola.
Un romanzo pertanto in cui si parli di un’isola in cui si pratichi un regime
salutistico e di dieta per rientrare nel peso e in cui proprio il fondatore di
tale oasi venga ucciso, beh non poteva passare inosservato. Tanto più che è una
Camera Chiusa!
L’autore? Alan
Green. Nato nel 1906 e morto nel 1975,
fu uno scrittore e pubblicitario
americano. Scrisse solo
sette romanzi e una novella con cui cominciò una breve ma significativa
carriera: Beauty on the Beat, 1932, novella; Death on the Limited, 1933 (pseudonimo Roger
Denbie); Murder to Music, 1934
(pseudonimo Glen Burn); How To Do
Practically Anything, 1943 (pseudonimo Alan Jack); What a Body!, 1949; They Died
Laughling, 1952; Mother of Her
Country, 1954. Proprio con What
a Body! vinse nel 1950 l’Edgar per il miglior primo romanzo.
Roland Lacourbe inserì What a Body!
nella sua lista delle 99 Camere.
Il romanzo si svolge su un’isola dove il guru delle diete e dell’esercizio
fisico ad oltranza, Merlin Broadstone ha posto il suo quartiere generale in un
villaggio con albergo, piscina, teatro e solarium, e dove whisky e fumo sono
banditi. Tutti vengono da ogni remoto angolo degli States proprio in quest’isola,
per ritrovare la forma perduta, per liberarsi dei chili in eccesso, per
scolpire un fisico perfetto. Merlin vi abita con la sua famiglia, che egli
domina con la sua indiscussa personalità e coi suoi soldi; e siccome non tutti
vivono felici, ma ognuno vorrebbe una vita diversa da quella che conduce lì
(chi come Carl vorrebbe sposare la cameriera Nancy; chi come Joanna non sa
decidersi tra i due politici opposti, uno repubblicano e l’altro democratico;
chi come Sandra, vorrebbe avere dei soldi e rifiutare la propria parte
dell’eredità, pur di continuare a studiare ballo e vivere lontano da lì),
finisce che moventi per cui Merlin lo si
vorrebbe defunto, così da assicurare una liquidità inaspettata ai suoi parenti,
ve ne sono a bizzeffe. Tanto più ora che Merlin vorrebbe addirittura aprire una
clinica, e impiegare tutti i soldi che ha.
Insomma per farla breve, un tale giorno, Merlini invece di scendere per la
prima colazione alle sette, non si fa vivo. Per cui messi in allarme i suoi
parenti, si trova la sua camera da letto chiusa dall’interno e nessuna risposta
di Merlin alle grida. Quando si riesce ad aprire la porta con un passepartout,
lo si trova morto con una ferita a livello della schiena: il proiettile ha
raggiunto il cuore. Essendo egli un colosso, è evidente che per aver raggiunto
il cuore passando dal basso schiena, chi gli ha sparato, l’ha fatto dal basso.
Viene inviato sul posto il tenente John Hugo, poliziotto di doti certamente
non brillanti, tanto più che egli sembra un po’ l’anti-detective per
eccellenza: appena arrivato, senza neanche passare in rassegna le varie
deposizioni, si va a prendere una cotta per una delle indiziate maggiori,
Sandra Lockhart figlia di Martha (sorella di Merlin) e quindi nipote di Merlin,
e ne fa la sua assistente in certo senso, tradendo quindi ogni elementare
cautela. Per di più è assai maldestro nelle indagini.
Certo è da dire che l’indagine non è facile: vi sono infatti oltre a
Sandra, tutti gli altri eredi da vagliare e tutti, chi più chi meno, avevano
motivi per uccidere Merlin, che non era certo molto amato; in più vi sarebbero
gli eredi indiretti: Arthur Hutch marito di Hester Hutch, sorella di Merlin;
Nancy, la cameriera che Carl ha promesso di sposare (dopo averne fatto la
propria amante); Daniel Joyce, il legale di Merlin, che oltre che avere rancore
nei confronti di Merlin per un affare andato a male, dovrebbe esserne esecutore
testamentario e in quel caso intascare una bella parcella; e infine Ned
Dumbrow, senatore repubblicano che fa la corte a Joanna, che è stato anche lui
come Joyce truffato per una speculazione immobiliare andata male, ispirata
indirettamente da Merlin. Insomma di possibili assassini ve ne sono a bizzeffe.
La vicenda è per di più ingarbugliata in ragione della stessa dinamica
dell’omicidio: essendo stato colpito dal basso verso l’alto, si presupporrebbe
che l’assassino avesse colpito Merlin stando per lo meno accovacciato se non in
ginocchio o sdraiato. Ma comunque a turbare ancor più la dinamica vi sono due
fatti: primo, la camera è stata rinvenuta chiusa dall’interno (c’era la chiave
nella serratura che rendeva impossibile aprire anche con un passepartout senza
aver prima fatto caderela chiave dall’interno della stanza); secondo, la
vittima, dopo esser stata uccisa è stata rivestita col pigiama: infatti esso
non reca fori nella sua parte posteriore. Ma perché l’assassino si è dato la
pena di rivestire il cadavere? Vengono supposte due possibili ipotesi: che Merlin
sia stato ucciso mentre si faceva la doccia e allora chi l’ha rivestito ha
voluto far credere che invece è stato commesso quando l’indossava già (ma i
poliziotti dovrebbero essere davvero babbei); che il delitto sia stato commesso
più tardi di quanto l’assassino non voglia far credere: avrebbe così senso il
fatto di aver spogliato Merlin che si alzava sempre alle 6.30 del mattino e di
avergli rimesso il pigiama. La prima ipotesi viene distrutta dal fatto che la
doccia è asciuttissima, e quindi l’omicidio è avvenuto prima che egli se la
facesse; mentre la seconda rimarrà in essere fino alla soluzione.
Intanto un’altra cosa è avvenuta prima dell’arrivo del tenente imbranato:
la stessa mattina del ritrovamento del cadavere di Merlin, al quarto piano
dell’albergo, laddove sono alloggiati tutti i membri delle famiglie delle
sorelle di Merlin, dal cognato di Merlin, Arthur, il più sveglio della
compagnia (anche del tenente), viene ritrovato al pianoterra del teatrino, il
legale di Merlin, Daniel Joyce, con una vistosa ecchimosi in volto ed una gamba
fratturata: dice di essere stato aggredito da un tale con un vestito verde che
lo ha attirato colà con l’inganno e poi lo ha aggredito, dileguandosi.
In questo contesto viene a svolgere le proprie indagini il tenente Hugo. E
ben presto deve accettare una prima novità: Carl, uno dei due figli di Athur,
perennemente sbronzo, un fannullone perditempo che non sa far altro che bere e
“scoparsi” Nancy, rivela che ha visto dalla finestra della sua camera una vampa
di fuoco proveniente dalla piscina, che è sotto e dirimpetto alla camera di
Merlin. L’ora? Alle 6.40 del mattino. Carl chiede tuttavia a Nancy, dopo aver
passato la notte con lei, che lei “lo copra” dalle 5.30 in poi, testimoniando che è stato con lei
fino alle 6.30, perché sarebbe stato impossibile in dieci minuti, rientrare nella
camera di Carl, spogliarsi, indossare un costume da bagno, immergersi nella
piscina, sparare, uscire dalla piscina, asciugarsi, aggredire Daniel nel
teatrino e ritornare in albergo. Nancy con la prospettiva di sposarsi e finire
di fare la cameriera, accetta di fornirgli una testimonianza ad hoc. La
testimonianza è necessaria perché Car rivela che dopo essere uscito dalla
camera di Nancy ancora un po’ sbronzo, si è addormentato sulle scale e si è
svegliato solo dopo aver sentito la porta sbattere.
La testimonianza di Car che sia vera o no, tuttavia sposta le indagini ora
dalla camera all’esterno: Merlin è stato ucciso da chi era immerso in acqua e
gli ha sparato dalla piscina, tenendo la pistola sopra l’acqua, magari
utilizzando qualcosa che galleggiasse. Allora non c’è una Camera Chiusa? No,
quella rimane, perché nessuno si spiega come al momento del ritrovamento il
cadavere presentasse un pigiama senza il foro di entrata della pallottola, una
calibro 38. Quindi è evidente che dopo lo sparo, l’assassino o un suo complice
è entrato nella camera di Merlin per rivestire il cadavere del pigiama,
lasciandosi poi la camera chiusa dall’interno (sgombrate il cervello dalla
possibilità che l’assassino o il complice abbia potuto fare un tuffo in piscina
lanciandosi dal quarto piano, perché nel punto medio della piscina da dove Carl
ha visto la vampa, ma non ha sentito il suono (particolare molto importante che
nessuno si spiega al momento) dello sparo, l’altezza dell’acqua non supera il
metro e ottanta e quindi chi si fosse lanciato dal quarto piano, si sarebbe
sfracellato in acqua.
Le deposizioni dei vari sospettati per di più, invece di diradare le nubi,
non fanno che addensarle: Joanna, che a trentadue anni suonati, non fa nulla
oltre la civetta con ambedue i politici, li mette inevitabilmente contro,
nonostante il democratico Homer Bentley (che oltre che essere deputato è anche
medico della polizia) sia già avverso al repubblicano Dumbrow; Dumbrow è
innamorato di Joanna e le invia lettere compromettenti: una di queste scompare
dalla camera di Dumbrow; un’altra che era stata cominciata e non finita viene
anche sottratta; Nancy ritrova nei cestini della carta straccia delle varie
camere varie cose interessanti, tra cui una nota di lavanderia (in cui si legge
un capo di color verde) e l’inizio di una lettera strappata di Dumbrow; altra
parte viene trovata da altri; Joyce relaziona sulla sua visita da Merlin la
sera prima della morte affinchè liquidasse Sandra e la madre, e in cambio
Sandra, per avvalorare la testimonianza di Joyce che gira in carrozzella e che
parla di un tizio in abito verde, che nessuno ha visto, brucia sulla spiaggia
una sottana di color verde; prima che si rinvenisse la stoffa bruciata, “i due
colombi”, Hugo e Sandra erano andati sulla spiaggia dietro l’Hotel a fare un
bagno e prendere il sole, e lì casualmente avevano trovato la pistola, una
calibro 38, con matricola abrasa; infine dopo questo turbillon di situazioni
tra il grottesco e l’inconcepibile, i due trovano anche in piscina un bossolo
di cal.38
Che fa il poliziotto? Lo mette in tasca.
Non bastano i colpi di scena in questo stranissimo posto? No. Perché il
giorno dopo la morte di Merlin, arriva sull’isola un giovane alto uno e
novanta, tale Lovechild Jones Broadstone, che afferma di essere figlio illegittimo
di Merlin, consegna uno stato di identità, confermato da suo nonno, e di essere
arrivato a reclamare non solo la sua parte di eredità ma anche il posto che gli
spetta come sostituto naturale del padre, cui assomiglia moltissimo, avendo
seguito fino ad allora un regime salutistico.
Joanna a questo punto si innamora follemente di Lovechild anche perché lei
è alta ed è attratta da un giovane che lo è ancor più di lei, e lui non ha mai
sentito il richiamo sessuale e ora lo sente avvertendo che c’è chi stravede per
lui.
John Hugo si mette anche lui a fare ginnastica, sul solarium sopra il
teatrino, e perde il bossolo: lui sostiene che glielo ha sottratto Carl, perché
lui nel frattempo ne ha trovato un altro, sempre in piscina: siccome è
impossibile che vi siano due pistole e due spari diversi, perché una è la vampa
e uno è il proiettile, è evidente che Carl deve averglielo rubato. Ma perché?
Intanto Dumbrow, conferma la tesi di Carl e parla anche lui di una vampa
che ha visto con la coda dell’occhio, alle 6.40 del mattino precedente,
emanarsi dalla piscina. Tutta via aggiune un altro particolare, che ingarbuglia
ancor di più le indagini: ha visto Joyce sul solarium del teatrino affacciato
alla ringhiera, nel momento in cui ha visto la vampa dello sparo. Che ci stava
a fare Joyce sul terrazzo del teatrino? Allora non è vero che fosse entrato al
piano terra del teatrino e lì fosse stato attirato da qualcuno. Troppe bugie.
Daniel rivela che stava alla luce del sole, sistemando alcune carte per una
faccenda legale. A sua volta dichiara che dal punto dove stava lui non ha
riconosciuto nessuno in acqua.
A questo punto Hugo, dopo aver prima provato ad accusare Carl, per non
accusare Sandra; dopo aver formulato le accuse contro Sandra, con l’aiuto di
Arthur, dopo una notte passata a sbronzarsi, quasi che il whisky aiuti a
diradare le ombre anziché addensarle, riuscirà a inchiodare il vero colpevole,
dopo che ancora una volta si sarà prodotto un rivolgimento dei fatti, avendo
provato Arthur che lo sparo non era provenuto dalla piscina ma da altro luogo e
che il bagliore era a sua volta il prodotto di un effetto ottico, e che la
camera Chiusa era spiegabile nel modo più banale possibile, e che ancora il
particolare del pigiama si spiegava con un determinato esercizio ginnico che
Merlin stava facendo dopo essersi alzato.
Il romanzo lo dico subito, a me è sembrata una parodia, un trionfo delle
parodie, un tentativo riuscitissimo peraltro, di dissacrare un genere ed in
particolare il detective anni ’30: lì era coltissimo, esperto in numerose
branche scientifiche, fine esteta e collezionista di manufatti il più preziosi
possibile, riusciva a sondare l’animo umano attraverso processi molto elaborati
di psicologia (Philo Vance, il primo Ellery Queen, il De Puyster di Rufus King,
il tenente Lord di Daly King etc), qui invece troviamo l’antidetective:
imbranatissimo, sbaglia tutte le possibili ipotesi; invece di tenere a distanza
gli indiziati come farebbe almeno Archibald Hurst, amoreggia con una delle
indiziate più sospettabili, la mette al corrente delle proprie indagini (ma il
segreto d’ufficio dov’è?), addirittura trova con lei le prove (il bossolo lo
trovano assieme in piscina: ma al buon Hugo non viene proprio in testa che
proprio lei avrebbe potuto lasciar cadere il bossolo in acqua prima di
individuarlo?), si comporta prima che come un tenente di polizia, come un
ragazzotto ingenuo alle prime armi.
Tuttavia la dissacrazione di Green
abbraccia più fronti: non si è visto mai, prima di questo romanzo, che il
detective, invece di esaminare i personaggi e le prove, si metta a fare
ginnastica, avendo in tasca, nella tasca dei pantaloni, il bossolo, che poi
perde, e viene ritrovato da Carl, e per di più lui invece di pensare di averlo
perduto, insinua che gliel’abbia borseggiato (ma poi come avrebbe fatto?) lo
stesso Carl; non si è mai visto che un ufficiale di polizia, in servizio, non
solo beva whisky, ma addirittura si ubriachi; non si è mai visto che l’ufficiale
di polizia che è colui che sembrerebbe essere il deus ex machina, sia messo
sulla traccia giusta dallo zio della sua innamorata, che diventa per così dire
lo Sherlock Holmes della storia mentre lui retrocede a Dottor Watson anzi a
Lestrade, anzi peggio. Ma se leggero e inconsistente è il detective, stessa cosa sono tutti gli altri personaggi che si muovono in questo balletto, in questa operetta dove l'azione non è statica, caratteristica dei mystery, ma non è altrimenti dinamica come gli hard-boiled: è una via di mezzo,perchè tutto avviene all'interno dell'albergo. Qui c'è l'azione, ma è azione di porte di camere che si aprono si chiudono si riaprono si richiudono. E il bello è che come ogni commedia vaudeville, qui a corollario dell'azione drammatica (cioè dell'omicidio), vi è un insieme di azioni più leggere, inconsistenti come i personagi che le producono, e che non hanno alcuna connessione diretta con l'omicidio; semmai, proprio il fatto di non avere legami con l'azione oggetto di indagine, ha lo scopo di avvolgere come una nube vaporosa ma inconsistente l'azione principale, distogliendo l'attenzione da quelle che dovrebbero essere le linee tipiche di una indagine. Ma nel momento in cui abbonda di particolari nella esplicazione delle linee guida della bellezza fisica e nel rigore alimentare, dissacra la vena salutistica della bellezza a tutti i costi, del fisico perfetto, delle diete. Lo si vede già nell'ironia del titolo inglese, che tradurremmo con un'esclamazione: Che bel corpo!
Il tutto con un ritmo irresistibile, da vaudeville fine secolo, con
innumerevoli gag al limite del comico se non del surreale.
John Hugo è un
personaggio veramente unico: se non può essere idiota (perché poi si dovrebbe
pensare che essendo diventato tenente, altra gente più in alto di lui, sarebbe
dovuta essere molto più che idiota per promuoverlo a tenente!), è sicuramente
un personaggio che cammina sulle nuvole. Per di più, questa levità e surrealtà non è caratteristica solo
del detective principale, ma anche dei sospettati: le loro storie, i loro
comportamenti, che generano continui malintesi, come nella miglior commedia
fine secolo, sono alla base di certi eventi e nello stesso tempo annullano gli
effetti di altri: per es. la lettera che il senatore repubblicano scrive per
Joanna, è alla base di un subplot irresistibile, che non c’entra nulla col
colpevole, anche se anche lui, ha una parte in esso: la lettera viene scritta e
poi strappata e buttata nel cestino, da cui viene recuperata da Nancy e data a
Carl; Joanna vorrebbe entrarne in possesso per non dare a Lovechild l’immagine
di una civetta; la lettera si capisce che non è quella vera, ma Joanna pensa
che Carl non gliela voglia dare, per altri motivi. Quando gliela da, ci accorge della sua inutilità, mentre quella vera, che era nella camera di Dumbrow, nel frattempo è stata sottratta (rubata) dal
deputato democratico (che poi è medico della polizia: ???) per servirsene in prospettiva politica ed impedire che egli venga
rieletto al senato nel suo distretto; mentre Dumbrow lo accusa di avergliela
rubata, qualcuno mette sulle tracce Carl e Nancy che a sua volta, rubano la
lettera dalla stanza di Bentley, il quale a sua volta chiede che al polizia
intervenga per arrestare il ladro che ha rubato la lettera (ad un altro ladro,
lui, che l’aveva rubata a Dumbrow). Insomma un casino mondiale.
Vorrei inoltre richiamare un parallelismo presente nel romanzo: così come personaggio leggero è il tenente Hugo, così personaggio leggero e ingenuo è il redivivo figlio illegittimo Lovechild Jones, vissuto per vent'anni nella fattoria del nonno, enorme, muscoloso e con la sensibilità e la purezza di un bambino, che conosce benissimo gli animali ma le donne proprio per nulla, che appare vestito di una toga romana e coi coturni ai piedi (quesi fosse un semidio).
Vorrei inoltre richiamare un parallelismo presente nel romanzo: così come personaggio leggero è il tenente Hugo, così personaggio leggero e ingenuo è il redivivo figlio illegittimo Lovechild Jones, vissuto per vent'anni nella fattoria del nonno, enorme, muscoloso e con la sensibilità e la purezza di un bambino, che conosce benissimo gli animali ma le donne proprio per nulla, che appare vestito di una toga romana e coi coturni ai piedi (quesi fosse un semidio).
Il plot surreale di questo romanzo e tutte le sue variazioni, deve inoltre
farci considerare il fatto che se tutti questi segmenti narrativi fossero stati
inseriti in una commedia, non avrebbero destato alcuna sorpresa, mentre
generano sgomento e stupore se inseriti in un romanzo poliziesco a enigma che
dovrebbe avere un certo portamento distinto quantomeno e non invece grottesco.
Nonostante questa prospettiva surreale ma veramente divertente (il romanzo
è di un gusto raro, anche in una traduzione tagliata come
quella di un romanzo Casini de I Gialli del Secolo), l’enigma è veramente
interessante, e nonostante la soluzione della Camera Chiusa sia banale (mi ha
ricordato in un certo senso la soluzione di quella nel romanzo di Peer &
Wahloo di quarant’anni dopo), come Merlin venga ucciso e come si possa spiegare
il pigiama non presentante traccia di sparo, è geniale, e geniale è
anche la spiegazione del luogo vero dove è stato esploso il colpo, che ci rimanderebbe
a soluzioni carriane basate sulla fisica ottica, se lo stesso Commings non
avesse esemplificato esattamente il principio su cui si basa la soluzione di
questo romanzo in un suo racconto spiegando a sua volta così una sparizione
impossibile.Sorprendente poi è il fatto che le due opere, il racconto di Commings e il romanzo di Green, che risolvono la bislocazione alla stessa maniera, furono punbblicate nello stesso anno, 1949: una volta individuato il vero luogo, come e perché il
bossolo sia trovato in piscina, lo si può
anche immaginare.
Se vogliamo la Camera Chiusa è risolta in maniera assai banale, allorchè si
risolva l’enigma concernente il rivestimento post mortem di Merlin: ne
è la conseguenza diretta.
Qualche anno fa in seno al Blog Mondadori (era il 2010 se ricordo),
Boncompagni ricordò questo romanzo (e altro di Green, scritto come Denbie, di
ambientazione crocieristica simil cdalykingiana), aggiungendo che Luca Conti ne
aveva parlato con Polillo, il quale aveva dimostrato tiepido interesse per la
sua pubblicazione. A questo punto c’è solo da sperare che Polillo nel frattempo
abbia cambiato parere. Perchè il libro di Green, come si può desumere da quanto ho detto sopra e come ricordò lo stesso Boncompagni, "è un gran bel romanzo".
Pietro De
Palma
Per il momento, Polillo non ha nessuna voglia di pubblicare questo romanzo
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