Taluni
sapranno di quell’eccezionale infornata di romanzi per ragazzi, Il Giallo dei ragazzi,
che negli anni ’70 e ‘80 , Mondadori pubblicò : erano in sostanza volumi
di Nancy Drew
(romanzi degli anni ’30 firmati Carolyn Keene, pseudonimo sotto il quale si
celavano vari autori, primo fra ttutti Mildred Benson, autrice di 23 dei 30
volumi), Hardy
Boys ( creati da Edward Stratemayer) e I 3 Investigatori
(romanzi degli anni ’60, scritti da Robert Arthur). Ma pochi sanno che, negli
anni 90, Mondadori ritentò la formula vincente (Le tre serie si erano tradotte
in un grande successo commerciale) presentando le opere destinate ad un
pubblico adolescenziale di Pierre Boileau e Thomas Narcejac, in una nuova
serie, assolutamente ignorata sia su Wikipedia sia su Blog dedicati a tali
romanzi per ragazzi.
Erano romanzi aventi come protagonista quel Sans
Atout cui Pierre Boileau già nel 1949 aveva dedicato un suo romanzo : Sans Atout en danger,
tradotto da Pagotto come « L’ultimo proiettile ».
La serie comprendeva :
1990
- Sans Atout e il cavallo fantasma Giallo ragazzi
Mondadori n°9
1990
- Sans Atout e l'uomo con la daga Giallo ragazzi Mondadori n°10
1990
- Sans Atout e le pistole rubate Giallo ragazzi Mondadori n°11
1990 - Sans Atout in bocca al lupo Giallo ragazzi Mondadori n°12
1990 - Sans Atout e l'aggressore invisibile Giallo ragazzi Mondadori n°13
1990 - Sans Atout e una strana scomparsa Giallo ragazzi Mondadori n°14
1990 - Sans Atout e il cadavere misterioso Giallo ragazzi Mondadori n°15
1990 - Sans Atout in bocca al lupo Giallo ragazzi Mondadori n°12
1990 - Sans Atout e l'aggressore invisibile Giallo ragazzi Mondadori n°13
1990 - Sans Atout e una strana scomparsa Giallo ragazzi Mondadori n°14
1990 - Sans Atout e il cadavere misterioso Giallo ragazzi Mondadori n°15
Ma
non esauriva tutti i titoli, giacchè nel 1993, in una nuova serie chiamata
Giallo Junior, Mondadori ripubblicava in unico volume due avventure di Sans
Atout, Sans Atout e il cavallo fantasma e Sans Atout e
l'uomo con la daga, pubblicate precedentemente nell’altra serie,
ma aggiungeva anche una delle due opere senza personaggio fisso, La
Canzone della paura (La Mélodie de la Peur).
In
realtà la serie completa dei due romanzieri francesi comprendeva anche un
ottavo romanzo, rimasto inedito in Italia, perché pubblicato in Francia allorquando
la serie italiana dei precedenti romanzi era già in uscita (1990) ? oppure
quest’ottavo romanzo non fu pubblicato perché la coppia non era più tale, in
quanto Boileau era scomparso da un anno? Non lo. Il romanzo in questione è
Sans Atout, la vengeance de la mouche, come si evince dall’elenco dei
titoli in francese:
Sans Atout et le cheval fantome, Paris, Rageot, 1971
Sans Atout contre l’homme à la dague, Paris, Rageot, 1971
Les Pistolets de Sans Atout, Paris, Rageot, 1973
Sans Atout dans la gueule du loup, Paris, Rageot, 1984
Sans Atout, l’invisible aggresseur, Paris, Rageot, 1984
Sans Atout, una étrange disparition, Paris, Rageot, 1985
Sans Atout, le cadaver fait le mort, Paris, Rageot, 1987
Sans Atout, la
vengeance de la mouche, Paris, Rageot, 1990
Come
si vede, l’ordine di uscita della serie Mondadori seguiva esattamente quella
originale francese (altro indizio di come nella vecchia Editrice Mondadori si
trattavano gli autori, e i lettori)
Oggi
parlerò del secondo, Sans Atout contre
l’homme à la dague, tradotto in Italia con Sans Atout e l’uomo
con la daga
Sans
Atout è un giovane quindicenne figlio dell’avvocato Robion.
Si chiama più propriamente François, ma tutti lo chiamano Sans
Atout. La ragione è esemplificata in una nota, a margine di pag. 9
dell'edizione italiana: "Il soprannome implica un doppio senso che
sembra quasi un controsenso. Se da una parte significa, infatti, senza chance,
senza fortuna, dall'altra fa riferimento a una precisa situazione del bridge
che si chiama appunto sans tout. Contrariamente al primo significato, il
riferimento al bridge indica una circostanza favorevole: il fatto di avere in
mano, cioè, le carte vincenti (l'asso e le figure). François nel primo
significato è disordinato, e l'ordine, gli dice il suo professore, è il migliore
atout della vita. D'altra parte, però, è estremamente intelligente, ed ha
quindi in mano le carte vincenti."
Segue
il padre presso un tale, il signor Royère, un mercante d’arte che vive in un
castello a La Chenaie, che ha richiesto, attraverso l’intervento del suo
medico, il dottor Dodin, l’aiuto del padre di Sans Atout. Il motivo? Qualcuno
ha lacerato una tela di Julian Fevre, un pittore in ascesa che lui aveva appeso
al muro dinanzi ad una famosa tela di Caravaggio, L’uomo con la daga.
Il fatto inquietante è che Royère afferma che nessuno si possa essere
avvicinato al quadro in oggetto, perché l’unica via per accedervi era nel suo
raggio visivo e slui non ha visto nessuno. Per di più chi mai si sarebbe potuto
prendere il disturbo di distruggere una tela senza valore quasi mentre
dirimpetto ad essa c’è un Caravaggio? Il fatto è che il soggetto caravaggesco, L’uomo con la daga,
ha un aspetto inquietante per via degli occhi, dipinti così bene, da insinuare
il sospetto che siano vivi. Inoltre ha una storia fatta di disgrazie: chi nel
passato ha posseduto questo quadro, è stato vittima di disgrazie o lui
direttamente o qualcuno della sua famiglia; anche Royère è uno di questi,
avendo perduto da cinque anni, moglie e figlio in uno spaventoso incidente
stradale: da allora è sempre in lutto.
Quindi
nessuno potrebbe aver lacerato quel quadro, eppure qualcuno è stato: i domestici?
Impossibile: sono fidatissimi. Royère si è fissato che sia stato L’uomo con la
daga.
Tuttavia
la fissazione ben presto diventa altro quando arriva Robion: infatti è proprio
Sans Atout a ritrovare un biglietto in cui si comunica la volontà di andare
via: ma chi mai vorrebbe andarsene? La firma? Una daga.
Sicuramente
qualche malvivente sta giocando sulla buona fede del conte e sulla sua
impressionabilità per portargli via la tela preziosa. E così montano la guardia
i due uomini e Sans Atout, ma tuttavia qualcuno, vestito con una cappa ed una
daga, fugge portando via il quadro: effrazione non v’è stata, quindi dev’essere
stato qualcuno dall’interno.
Ben
presto tuttavia a sancire che non vi è nessuna presenza inquietante ma solo un
manigoldo, arriva la lettera di riscatto: soldi in cambio della restituzione
del quadro. Viene approntata la somma, ma il ragazzo, senza nessuna
approvazione da parte di suo padre, sostituisce i soldi con carta da
giornale.La conclusione? Il quadro viene recuperato, ma poi il malvivente si
vendica e inaspettatamente rapisce proprio Royère, 8uscito sul suo calesse.che
ritorna indietro con la giumenta, ingiungendo questa volta di consegnare i
soldi e il quadro in cambio della vita del mercante d’arte.
Il
giovane, avendo capito come il cavallo avendo ritrovato la strada del ritorno
può essere che trovi anche quella dell’andata, vi si affida e arriva nel posto
dov’è tenuto prigioniero Royère ma non si avvede di essere stato scoperto e
anche lui viene preso prigioniero in un vecchio mulino in disuso.
Coi
suoi occhi vede Royère tenuto prigioniero nella stanza più in alto nel mulino
ma anche un individuo conciato come l’uomo con la daga che comunica lasciando
biglietti, una volta che apre la botola di comunicazione con la stanza.
Ora
Sans Atout verrà liberato e sarà proprio lui a portare soldi e quadro
all’appuntamento, ma il malvivente non sa che il ragazzo ingegnosamente porterà
con sé una cinepresa modificata per riprendere i soggetti nel suo campo visivo,
una volta collegatogli un cavetto di nylon. In questo modo inquadrerà anche il
malvivente e riuscirà a risolvere il mistero.
Bel
romanzo breve , succulento, facile da leggere (bastano tre ore). La
scrittura è quella di Boileau, del Boileau anni quaranta: le varie
interiezioni, con cui descrive l’azione del giovane, rimanda ai suoi romanzi
anteguerra, e rivela tutto sommato un tipo di scrittura vecchio stampo.
C’è
un mistero, in sostanza, che concerne l’apparizione di un malvivente e la sua
scomparsa da un corridoio la cui unica via di accesso è sorvegliata dal
proprietario di casa. Se è accertato che non vi sia lì nessun tipo di passaggio
segreto, ne discende solo una doppia possibilità: o qualcuno è entrato o
qualcosa si è materializzata per poi svanire. Eliminata l’impossibilità, ne
discende che solo l’alltra ipotesi è quella giusta. Ma a questo punto
discendono altre due ipotesi: o il proprietario di casa si è sbagliato o ha
visto male oppure… Ed è proprio questo oppure, per impossibile che
possa essere, condurrà il lettore alla soluzione.
In
questo, Boileau si collega ai suoi romanzi precedenti, dove è sempre questo
quid, questo
qualcosa che non potrebbe essere tale in un primo tempo, ma che poi si
rivela essere la tessera mancante del puzzle, a tenere unita la storia ed il
problema che soggiace: perché tutto sta in piedi se è vera una cosa detta ad un
certo punto del romanzo. Nel momento in cui, quella verità si rivela essere una
bugia, automaticamente tutto il castello delle supposizioni crolla, e nasce
un’altra idea che per quanto assurda possa essere troverà alla fine del romanzo
la sua base.
Io
francamente, pur non capendo per quale motivo fosse accaduta una tale cosa, ho
individuato il responsabile già a metà del romanzo: Boileau non si smentisce
mai. Dico Boileau e non Narcejac, perché qui c’è poco di Narcejac e molto di
Boileau: Narcejac è presente più che altro nelle scene di azione, che non sono
male. La caratteristica dei romanzi di Boileau è sempre quella: non è
importante individuare il colpevole di per sé ma piuttosto risolvere la
situazione impossibile: una volta che si sia risolta, automaticamente il
responsabile è facile individuarlo. O anche può anche essere individuato il
responsabile di per sé, ma se non si darà soluzione al quesito impossibile, non
si potrà con certezza attribuire la colpa ad un determinato soggetto.
Devo
dire che la sottigliezza psicologica che è alla base dell’azione del colpevole
è notevole, ed è una caratteristica che una sorta di marchio di fabbrica della
coppia: francamente non ci sarei mai arrivato, se non fosse stato spiegato, perché
il colpevole ruba il quadro, poi lo restituisce e poi ancora lo rivuole
indietro. A questa motivazione psicologica si associa un’altra più irrazionale,
che è una conseguenza di una serie di disgrazie.
Bel
romanzetto. In quest’estate in cui saremo costretti a leggere cose beh non
certo molto stuzzicanti, a meno che non si legga qualcosa di Polillo o qualcosa
che non si è letto e si possieda (io ho tantissimo da leggere), anche un
romanzo per ragazzi di una grande accoppiata storica, può risollevare un pomeriggio
sotto l’ombrellone.
Pietro De Palma
Sai che questa serie non è né la classica "Il giallo dei ragazzi" né, come pensavo io in un primo momento, la più tarda "Giallo Junior". Queste pubblicazioni chissà perché non risultano neanche sul catalogo storico della mondadori (che evidentemente non è completo). Difficile ricostruire l'elenco delle pubblicazioni. C'è del lavoro da fare! :D
RispondiEliminaSì! Ho fatto qualche ricerca e quel che ho trovato lo puoi trovare qui: http://giallodeiragazzi.blogspot.it/2017/07/il-mistero-del-n16-boileau-narcejac.html magari ci trovi qualcosa di interessante anche per te, fammi sapere! Grazie della segnalazione.
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaComunque in quell'articolo c'è ancora un'omissione: riguarda un altro romanzo di Boileau e Narcejac di altra serie successiva: in Giallo Junior c'è un altro romanzo della coppia francese, senza sans Atout: La CANZONE DELLA PAURA
RispondiEliminaSu Giallo Junior a quanto pare ce ne sono due di Boileau-Narcejac: Le indagini di Sans-Atout e La canzone della paura. Non mi risultano omissioni: quelli pubblicati nella serie Giallo dei Ragazzi sono quelli lì, a meno che non salti fuori il famoso n. 16 o altri numeri successivi magari stampati in poche copie prima della sospensione. Di Giallo Junior parlerò in un altro articolo. Di Sans-Atout dovrei prima leggerli prima di fare un articoletto di approfondimento. A meno che qualche lettore volenteroso non voglia collaborare! Ti va?
RispondiEliminaPer chi volesse mandare un contributo al blog del giallo dei ragazzi c'è il modulo di contatto per contattarmi
RispondiEliminaLe indagini di Sans Atout non è un inedito: è una raccolta dei primi due romanzi, DAGA e CAVALLO. Fidati: ho anche questo.
RispondiEliminaMa certo che mi fido. Però non c'è nessuna omissione da parte mia: l'articolo riguarda quella particolare collana, non Boileau-Narcejac.
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