lunedì 2 maggio 2022

John Dickson Carr : The Diamond Pentacle, 1939

 


The Diamond Pentacle è un racconto assolutamente inedito, mai proposto in Italia: una di quelle cose che ti fanno incavolare da matti, perché a fronte delle infinite schifezze che ci vengono proposte, questo racconto è uno dei migliori in assoluto di Carr.

Risale al 1939, un periodo caratterizzato da una produzione intensa, sia per romanzi ( The Problem of the Wire Cage e The Black Spectacles, con il Dottor Fell, The Reader is Warned con Merrivale e Drop to His Death, scritto a quattro mani assieme a John Rhode, senza personaggio fisso), sia racconti (New murders for old, Strictly diplomatic, Harem Scarem).

Fu pubblicato sotto lo pseudonimo Carter Dickson, nel Times il 15 novembre del 1939 . Successivamente fu inserito nella raccolta March Merrivale and Murder, che, curata da Douglas G. Green –  risale al 1991 costa  193 dollari..usata. Io ho avuto la possibilità di leggere il racconto grazie prima a Doug, ma la scansione in alcune parti era illeggibile, e poi a Arthur Vidro, con cui da qualche tempo sono in contatto.

Il racconto non riguarda un omicidio né un ferimento, ma comunque qualcosa di assolutamente impossibile se non spiegato con il comune raziocinio: cioè come qualcuno possa entrare in una camera chiusa con chiavistello dal di dentro, lasciare prove tangibili che sia entrato, e uscirne.

In sostanza la trama si riassume in questo: Dick Mason e Sheila Lake trascorrono una settimana insieme a Broadlawns, la tenuta di Bart Lake. Si conoscono da circa un mese e si sono innamorati. Lei non sa precisamente cosa lui faccia. Lui in più d’una occasione ha mostrato interesse nei suoi discorsi, soprattutto ultimamente, per i gioielli che sono riposti nella cassaforte a muro nella stanza di Sheila e in particolare il Pentacolo di Diamanti, forgiato sulla base di quello presunto di Re Salomone, donato dallo zio Bart alla zia Martha in quando oggetto di famiglia da svariate generazioni. Anche se la ragazza ritiene che le preoccupazioni del giovane circa un possibile furto, siano assolutamente inutili, perché la cassaforte è di un ultimissimo tipo, e per di più lei si chiude sempre da dietro, e in casa oltre lei e Dick, c’è il Maggiore e la signora Prentice, comunque sia le schermaglie vanno avanti. Dick non è pienamente convinto della bontà dell’invito di zia Martha, che non lo ha mai potuto vedere, nonostante invece zio Bart abbia con lui solidarizzato fin da subito. Sheila comincia a nutrire qualche sospetto nei confronti di Dick, che ad un certo punto scommette con lei che se le dimostrerà di riuscire ad entrare nella sua camera da letto durante la notte, nonostante lei si chiuda da dentro, lei farà i passi per far trasferire i gioielli in un luogo più sicuro. Fatto sta, che puntualmente accade quanto pronosticato dal giovane. L’indomani accade anche un’altra complicazione: Agnes Prentice racconta al marito (sono amici di zio Bart e zia Martha) di come abbia scoperto che Bart si serva di detectives privati per scoprire chi sia effettivamente Dick, leggendo una lettera attraverso la busta, e di come loro abbiano risposto che probabilmente il giovane traffica in gioielli. Così quando i padroni di casa ritornano dalla Scozia e il maggiore Prentice li va a prendere alla stazione, rapporta al padrone di casa la situazione. Così decidono di affrontare il giovane e la ragazza che non risponde ai richiami e quando entrano in camera da letto della giovane, la trovano in un negligè mentre lui ha gli abiti bagnati ancora. Messo alle strette, Dick racconterà un’altra storia, che riguarda sì la sottrazione del Pentacolo, ma non fatta da lui, e a sua discolpa racconterà i fatti come sono andati, li dimostrerà e così con un certo lieto fine, (il suo e della ragazza) si chiude la storia. Non si sa come si saranno comportati Zio Bart e zia Marta.

Ho taciuto su tantissime cose.

Innanzitutto il racconto di Carr, venti pagine, è delizioso.

Vi è il solito modo di Carr, vecchio romanticone, quando deve parlare di un rapporto tra due fidanzati: ci sono le schermaglie, i fidanzati si conoscono e amoreggiano già da un mese, e lui vuole già mettere le cose in chiaro circa la possibilità di mantenere la ragazza (dopo neanche un mese!). C’è la situazione imbarazzante quando li scoprono nella camera da letto della ragazza, chiusi da dentro, con lei in un negligè che lascia vedere qualcosa e lui per nulla imbarazzato anche se con gli abiti umidi addosso, come se la notte fosse uscito senza ombrello.

Carr, con il suo consueto stile, riesce sin dalle prime pagine, con le allusioni di Dick ad un possibile furto, con le sue allusioni al celebre escapologo Mephisto, con la sua ripetuta richiesta di trasferire il Pentacolo dalla sicurissima cassaforte ad altro nascondiglio, ad instillare il dubbio in Sheila ( e nel lettore) che egli sia un ladro di gioielli. Salvo poi, con una delle sue consuete piroette, a ribaltare il tutto, fornendo la spiegazione dei suoi timori circa il Pentacolo e perché non volesse che continuasse a stare nella stanza di Sheila, a volerla proteggere. Da cosa non lo dico, perché allora toglierei il piacere al lettore medio di scoprirlo.

Ovviamente il Pentacolo di diamanti nella cassaforte non c’è. Ce l’ha Dick, che non è un ladro però.

Tralasciamo il resto, per fare qualche appunto sul racconto in sé.

In quel 1939, nell’ambito dei quattro racconti scritti, questo è quello più poliziesco , in senso stretto: Harem Scarem è un racconto avventuroso, Strictly Diplomatic ha un plot che attiene allo spionaggio, e New murders for old è infine un racconto del soprannaturale. Strictly Diplomatic avrebbe anche una situazione impossibile, ma tra esso e The Diamond Pentacle, la perla è quest’ultimo secondo me: innanzitutto per come imbastisce la storia per spiegare la mancanza del Pentacolo dalla cassaforte super-sicura; perché la Zia Martha pur non digerendo il giovane, lo abbia invitato in assenza di lei e di suo marito a casa loro; e come Dick spieghi dopo aver spiegato tutto il resto, quella chicca relativa a come lui abbia fatto a violare una porta ermeticamente chiusa dal di dentro, entrando in stanza e poi andandosene, chiudendosela alle spalle.

La soluzione è assolutamente straordinaria, però perde in certo senso il suo effetto boom qualora il lettore abbia già letto tutti i romanzi di Carr: dico questo perché, come accaduto già altre volte in Carr, le soluzioni e i plot di alcuni racconti diventano le basi per la creazione di romanzi. E anche qui, la soluzione della camera chiusa di The Diamond Pentacle la si ritroverà anni dopo nella spiegazione del terzo suicidio impossibile in The Case of the Constant Suicides, tale e quale: non solo nella spiegazione, ma anche nell’oggetto con il quale qui Dick, lì l’omicida, avrà reso possibile la chiusura impossibile di una camera dal di dentro. Qui se vogliamo l’impossibilità è doppia, perché oltre ad aver chiuso la porta dietro di sé, Dick prima, la ha aperta. Siccome il trucco per chiudere la porta è lo stesso, attuato per di più con gli stessi strumenti, Carr escluse il racconto sistematicamente dalle sue antologie.

A parer mio ci sarebbe anche un’altra chicca: quando Dick Mason si giustifica davanti a Bartholomew Lake e al Maggiore Prentice, dicendo la sua verità che è quasi l’opposto di quanto gli si addebitava fino a quel momento, esclama : I’ve made a remarkable ass of myself,” he said. “I’ve been the world’s most whacking fool; but now, by thunder and Long John Silver, there are limits!”(pag.14).  Quando impreca ricordando Long John Silver, potrebbe esser stato perché rimarca la condotta ambigua di una persona. Long John Silver, lo ricordo, è il pirata con la gamba di legno e il pappagallo appollaiato sulla spalla, de L’Isola del Tesoro, di Stevenson.

Alla fin fine, chi dovesse riuscire a trovare il racconto, e avesse il romanzo da leggere, dovrà decidere quale leggere prima.

Detto questo, il fatto che non sia stato ancora tradotto e pubblicato in Italia, è un vero delitto!

 

Pietro De Palma

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